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Nomi di studentesse scritti sui muri dei bagni di un liceo, è la «lista degli stupri»: shock al Giulio Cesare di Roma 

28 Novembre 2025 - 17:31 Alba Romano
lista stupri liceo roma
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La denuncia è arrivata dal collettivo Zero alibi: «Combattiamo il patriarcato. E pretendiamo educazione sessuo-affettiva»

Un elenco scritto in pennarello rosso sui muri dei bagni del liceo Giulio Cesare a Roma. Una serie composta da una decina di nomi e cognomi di studentesse della scuola, inserite all’interno di un un’unica categorizzazione: «Lista stupri». A denunciare l’accaduto il collettivo “Zero alibi”, che ha ricordato come pochi giorni prima sempre nell’istituto del quartiere Trieste fossero stati strappati dei fogli in cui alunni chiedevano maggiore attenzione sul tema della violenza di genere a scuola.

Il comunicato del collettivo: «Combattiamo patriarcato, donna non è bersaglio»

«Un muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no, va combattuta», si legge nel comunicato pubblicato dal collettivo sui social media. «Questo testo dimostra la società patriarcale in cui ancora oggi noi tutti viviamo. Usare la violenza sessuale come arma, come minaccia o schermo, significa alimentare ed essere parte attiva della stessa cultura che ogni giorno uccide, ferisce, opprime, umilia e zittisce le donne. Significa sentirsi autorizzati a trattare i corpi femminili come oggetti, come bersagli, come “componenti di una lista”».

La richiesta alla scuola: «Pretendiamo educazione sessuo-affettiva»

Pochi giorni prima della Giornata contro la violenza sulle donne, raccontano i giovani e le giovani del collettivo, era stata strappata una serie di manifesti in cui veniva richiesta una maggiore eco al tema della violenza sulle donne nell’ambiente scolastico. «Questi episodi sono sintomo del patriarcato, di un sistema oppressivo che silenziosamente controlla e condiziona le nostre vite. Nessuno e nessuna di noi può permettersi di restare indifferente, di voltarsi dall’altra parte: perché chi è indifferente è complice», continua il collettivo.

«Continueremo a pretendere un’educazione sessuo-affettiva, ad esigere che nella nostra scuola come in Italia venga fatto un percorso che lavori alla radice del problema. Non ci stancheremo mai di dirlo, saremo sempre dalla parte giusta».

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