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Uccise il vicino che gli stava demolendo casa con una ruspa: Sandro Mugnai assolto per legittima difesa. Le lacrime alla lettura della sentenza

05 Dicembre 2025 - 15:18 Cecilia Dardana
sandro mugnai uomo uccide ruspa san polo arezzo
sandro mugnai uomo uccide ruspa san polo arezzo
I giudici hanno respinto l'accusa di omicidio volontario per cui la pm aveva chiesto una condanna a 4 anni. «Finalmente faremo un Natale sereno», ha commentato Mugnai commosso

Sandro Mugnai, l’artigiano aretino di 56 anni che il 5 gennaio 2023 aveva sparato al vicino di casa Gezim Dodoli mentre stava colpendo la sua abitazione con una ruspa, è stato assolto dalla Corte d’assise di Arezzo. I giudici hanno riconosciuto che l’uomo ha agito in legittima difesa, respingendo così l’accusa di omicidio volontario, per la quale il pubblico ministero Laura Taddei aveva chiesto una condanna a quattro anni, riqualificando il fatto in eccesso colposo di legittima difesa.

La commozione alla lettura della sentenza

Alla lettura della sentenza, Mugnai è scoppiato in lacrime: «Finalmente faremo un Natale sereno – ha detto –. Sono stati anni difficili, ma ho sempre avuto fiducia nella giustizia. La Corte ha agito per il meglio». Commozione anche tra i familiari presenti in aula: la moglie, i due figli, il fratello e il nipote, visibilmente sollevati, hanno accompagnato con silenziosi applausi l’assoluzione. «Sapevamo che era legittima difesa, ma occorreva dimostrarlo – ha commentato il figlio maggiore –. La Corte ha lavorato nel migliore dei modi».

La reazione degli avvocati

Anche gli avvocati difensori hanno manifestato la loro soddisfazione. Marzia Lelli si è lasciata andare a un pianto liberatorio, mentre Piero Melani Graverini ha dichiarato: «Ero fiducioso». I legali avevano sostenuto fin dall’inizio che Mugnai avesse aperto il fuoco per proteggere la sua famiglia, rifugiata in casa mentre Dodoli, dopo aver già distrutto alcune auto, stava dirigendosi verso l’abitazione con la ruspa. In aula era intervenuto anche l’avvocato di parte civile, che ha ribadito la convinzione che l’imputato non avesse agito per legittima difesa, ma la Corte ha ritenuto le prove e le testimonianze a sostegno della tesi difensiva sufficienti a giustificare l’azione di Mugnai.