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Mdmb-pinaca: cos’è la sostanza trovata nella cannabis light e che può essere letale

15 Dicembre 2025 - 05:42 Alessandro D’Amato
mdmb pinaca cannabis light
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L'allarme del Dipartimento Antidroga di Palazzo Chigi: non è possibile riconoscerne la presenza a vista

Il nome tecnico è Mdmb-pinaca. Si tratta di un cannabinoide sintetico a base di indazolo venduto online come farmaco di sintesi. Secondo il dipartimento antidroga di Palazzo Chigi si trova in alcuni prodotti con cannabis a basso contenuto di Thc. E causa confusione, allucinazioni, vomito, perdita di coscienza e sedazione profonda. Può essere presente in infiorescenze, resine o prodotti venduti come cannabis “light” e non è possibile riconoscerne la presenza a vista. E ora nei suoi confronti c’è anche un allerta rapida per le droghe dal Dipartimento Antidroga.

L’Mdmb-pinaca e la cannabis light

L’allarme arriva dopo la morte di Erhan Hacımustafaoğlu. Si tratta del primo caso in Italia in cui è stata trovata una componente letale dentro la cannabis a basso contenuto di Thc, appunto la cannabis light. «L’Mdmb-pinaca, la cui potenza è molto superiore a quella del Thc, causa effetti imprevedibili, pericolosi, gravi e letali tra cui confusione, allucinazioni, vomito, perdita di coscienza e sedazione profonda. In Europa sono già stati segnalati casi di intossicazione grave e letale e, di recente, un decesso per suicidio avvenuto in Italia è stato collegato al consumo di prodotti contenenti questa sostanza», dice il dipartimento. È accaduto il 28 novembre scorso a Milano. Il cittadino turco di 23 anni è precipitato dal balcone di un b&b dove alloggiava con il fratello. Che ha raccontato che il giovane è entrato in uno stato confusionale dopo aver fumato della marijuana light acquistata in un negozio a Firenze.

Il negozio di Firenze e l’acquisto a Praga

Nello shop i poliziotti hanno sequestrato una decina di chili di cannabis light. Le analisi hanno rilevato tracce di Mdmb-pinaca. Il titolare ha acquistato la sostanza in una fiera a Praga. «Qualcuno quel cannabinoide lo ha aggiunto, perché non è in natura, per dare degli effetti più potenti», spiega a Repubblica Carlo Alessandro Locatelli, direttore del Centro antiveleni di Pavia. «Già è stato trovato nel sangue di altre persone morte e che non hanno consumato necessariamente cannabis light, proprio in Repubblica Ceca. In Italia è stato individuato anche in altre sostanze». E Riccardo Magi di +Europa aggiunge: «Questo episodio ci dice una sola cosa. È proprio la mancanza di qualsiasi regolamentazione che rende il mercato fuori controllo».