Sondaggi, per metà degli italiani lo scoppio di una guerra mondiale è «probabile»

Dall’11esimo osservatorio Ispi-Ipsos Doxa su «Gli italiani e la politica internazionale» emerge un 2025 pessimo nel giudizio dei cittadini. La consueta rilevazione di fine anno su un campione rappresentativo della popolazione dice che quasi metà degli italiani (il 45%) ritiene che lo scoppio della Terza guerra mondiale nei prossimi tre anni sia un evento «probabile». Ma questa percentuale, ricorda il Corriere della Sera, era addirittura superiore (57%) un anno fa. Donald Trump è considerato il personaggio più influente della politica internazionale, seguito (a grande distanza) dal presidente cinese Xi Jinping e da quello russo Vladimir Putin.
Trump, gli Usa, il mondo
Ma a un anno dal suo ritorno secondo gli italiani le cose vanno peggio sia per gli Usa che per il mondo (40%). E comincia a vacillare la percezione degli Usa come alleati: fino all’anno scorso li riconosceva come tali il 54%, mentre una minoranza (16%) li percepiva come avversari. Oggi queste due visioni sono molto più vicine: 40% alleati, 20% avversari, con gli indecisi saliti al 40%. Secondo Antonio Villafranca, vicepresidente per la Ricerca di Ispi, «nemmeno gli Usa vengono più visti come alleati affidabili, al punto che Washington viene considerata solo appena un po’ più affidabile di Pechino. È l’inevitabile riflesso della nuova presidenza Trump che in meno di un anno ha rimesso in discussione tutto con gli europei, dalla Nato ai rapporti commerciali, dal sostegno all’Ucraina alla comune difesa del multilateralismo e dello Stato di diritto».
La Russia
La Russia invece rimane la minaccia principale del mondo (31%), ma in calo dell’1% rispetto a fine 2024. Seguita da Usa e Israele, entrambi con il 12%. Il timore di una recessione in Europa è infatti la prima preoccupazione in vista del 2026, per gli italiani. Per il 34% l’avvenimento più atteso è la pace in Ucraina. Segue l’aumento della crescita in Europa e il miglioramento delle relazioni tra le potenze. Infine, la pace in Medio Oriente. Sull’Ucraina in particolare, pur tra molte incertezze (il 35% continua a non avere un’opinione), la maggioranza relativa (36%) contempla cessioni territoriali alla Russia. Mentre il 13% interromperebbe del tutto il sostegno militare all’Ucraina, anche se resta una minoranza (16%) intenzionata a sostenere Kiev fino alla riconquista dei territori persi.
