Corsico, niente pandoro a scuola a chi ha la schiscetta: di chi è la colpa?

Non una scelta della scuola, né del comune che ogni anno garantisce per gli scolari il dolce nelle feste. Alla base, un fraintendimento tra gli operatori della mensa. Camst, società che gestisce il servizio, ammette la responsabilità e si scusa con una lettera

Nessun intento discriminatorio. Il fatto che il pandoro non venisse offerto anche ai bambini che non usufruiscono del servizio mensa non è frutto di una precisa scelta della scuola o dell’amministrazione locale. Siamo a Corsico, comune a pochi chilometri da Milano, all’istituto elementare Curiel. I genitori interessati, quando hanno conosciuto la vicenda di cui sono stati vittima i loro figli, sono andati su tutte le furie. E a ragion veduta. Ma le responsabilità – riconosciute, peraltro – sono tutte da imputare a un disguido nella comunicazione interna a Camst, la società che gestisce il servizio mensa.


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 Ansa archivio |

I fatti

Ecco come è andata. L’errore sta in un fraintendimento tra gli operatori addetti a distribuire i pasti e il centro produzione del servizio mensa. Il personale ha compilato le tabelle con i cibi e la quantità di piatti da servire. Per il pandoro, non ha tenuto conto del numero complessivo dei bambini, ma solo di quelli che usufruiscono del servizio mensa. E invece avrebbe dovuto. Perché il dolce delle feste dovrebbe essere conteggiato a parte, dal momento che se ne fa carico il comune di Corsico "da almeno da 10 anni".

 

"Il pandoro andava servito a tutti, nessuno escluso – dice Fabio Raimondo, assessore alle Politiche sociali e all'Istruzione di Corsico -. "Così come a Pasqua a tutti gli scolari viene offerta (a carico del Comune) colomba e ovetto, a Natale tutti devono avere il pandoro". 

Le parole dell'assessore: 

L'assessore Raimondo ha chiesto al direttore regionale di Camst una relazione chiara di quanto accaduto per avviare una eventuale procedura sanzionatoria. Camst ha riconosciuto pienamente le sue responsabilità e ha inviato questa lettera di scuse:

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