Dal monitoraggio del sonno alla riabilitazione: cosa si può fare con la tecnologia indossabile

Un articolo pubblicato sul Biomedical Journal fa il punto sui progressi nel campo dei sensori indossabili in campo medico, specialmente nel monitoraggio dei pazienti con disfunzioni motorie, ma è solo una delle tante applicazioni di questa tecnologia

Un articolo della ricercatrice Nahed Jalloul, pubblicatorecentemente sul Biomedical Journal, torna ad accendere i riflettori sui sistemi biomedici indossabili, in particolare nel monitoraggio dei pazienti affetti da disturbi motori.Si tratta di una tecnologia molto promettente, che potrebbe permetterein futuro di sviluppareuna medicina sempre più personalizzata, capace di ridurreal minimo il rischio di effetti collaterali e di aumentare le aspettative di guarigione.


L'elettronica indossabile

Nel secolo scorso due matematici, Claude E. Shannon e Edward O. Thorp,inventarono il concetto di “elettronica indossabile”. Oggi questa idea è già una realtà in vari ambiti, anche se con fortune alterne:chi si ricorda i Google glass? A noi interessa soprattutto l’ambito dell’ingegneria biomedica, branca che sta compiendo veri e propri miracoli, attingendo anche da altri progressi tecnologici.


Dispositivi indossabiliin Italia

In Italia la Smartexha sviluppato diversi sistemi indossabili, in grado di monitorare il sonno, l'attività cardiaca e lariabilitazione dei pazienti. Il progetto europeo Horizon 2020 ha finanziato-con la collaborazione del Centro di ricerca Piaggio di Pisa -la produzione di una maglietta anti-depressione (Nevermind). Interessante anche il campo degli esoscheletriper assisterci nei lavori pesanti, un prototipo (Mate) è stato realizzato dall'azienda italiana Comau.

Indossare è meglio che curare

Parliamo di veri e propri sistemi di monitoraggio indossabili e intelligenti, meglio noti col termine inglese Smart Wearable Systems, modellati per “integrarsi” colnostro corpo.Coi sensori indossabili possiamo monitorare la nostra attività fisica e fisiologica, come avviene da decenni anche con gli astronauti, fin dai tempi delle missioni Apollo.

Prendere la malattia in contropiede

L’ingegnera biomedica Annalisa Procopio ha pubblicato uno studio, in cui i sensori vengono classificati in categorie:

«Possono essere classificati in base all'entità misurata nei seguenti sottotipi: sensori biopotenziali, sensori ottici, sensori di allungamento e pressione, sensori chimici e unità di misurazione inerziale.»

Gli studi presi in esame forniscono informazioni importanti anche per tutti gli altri ambiti in cui è possibile applicare gliWearable System, perché monitorare il movimento dei pazienti aiuterà a migliorare le strategie volte a rendere questa nuova frontiera della medicinameno invasiva possibile.