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Così sono state decriptate le comunicazioni de El Chapo

10 Gennaio 2019 - 11:36 Felice Florio
Le intercettazioni del cartello di Sinaloa sono state ascoltate per la prima volta martedì 9 gennaio, durante il processo che si sta svolgendo presso la corte federale di Brooklyn, New York

Un esperto di sicurezza informatica, il colombiano Cristian Rodriguez, è il cavallo di Troia che segna una svolta nel processo a El Chapo, il signore della droga messicano. Un sistema di comunicazioni criptate venduto al boss e le chiavi per decriptarlo cedute ai federali statunitensi.

Le intercettazioni sono state ascoltate dai giudici per la prima volta martedì 9 gennaio, durante il dibattimento presso la corte federale di Brooklyn, New York. La notizia è riportata da agenzie e testate americane.

Così sono state decriptate le comunicazioni de El Chapo foto 1

El Chapo scortato dall’esercito a Città del Messico nel 2016

Per anni i membri del cartello di Sinaloa hanno parlato al telefono di poliziotti corrotti, omicidi, traffico internazionale: le conversazioni, già in mano all’Fbi, non potevano essere utilizzate perché crittografate.

L’opportunità per le autorità americane è arrivata nel 2010, in un hotel di Manhattan. Un agente dell’Fbi sotto copertura ha incontrato Rodriguez fingendosi interessato a comprare “strumenti per sfuggire al rilevamento delle forze dell’ordine”.

Una volta registrato l’incontro e raccolte le prove, i federali sono riusciti a persuadere Rodriguez a collaborare. È iniziata così l’operazione che, in un paio di anni, ha permesso all’Fbi di infiltrarsi nella rete segreta di Joaquín Guzmán Loera, El Chapo.

Il suo impero della cocaina, basato sulle telefonate piramidali che adesso costituiscono le principali prove per il processo negli Stati Uniti, è caduto proprio grazie al reclutamento del colombiano Rodriguez.

Così sono state decriptate le comunicazioni de El Chapo foto 2

L’estradizione di El Chapo negli Stati Uniti

Sono circa 800 le telefonate portate in aula dall’accusa, su un totale di 1.500 registrate. In 200 di esse, si sente la voce di El Chapo, «nasale e cantilenata», ha detto Stephen Marston, agente dell’Fbi tra i capi dell’operazione.

Si tratta di chiamate di Guzmán con i suoi sottoposti: in alcune si pianificano gli accordi di droga con gli altri boss, in altre El Chapo parla di quintali, tonnellate di sostanze da spostare.

Ci sono persino registrazioni di profitti illeciti di alcuni funzionari messicani. «Il confronto della sua voce con l’intervista video di Sean Penn pubblicata da RollingStone nel 2016 ha aiutato ad autenticare la voce», ha detto Marston.

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