Elena Ferrante interrompe la collaborazione con il “The Guardian”: «Terrorizzata dalle scadenze»

La scrittrice dall’identità non rivelata ha scritto il suo ultimo intervento sul quotidiano inglese, ringraziando i lettori per aver accolto quei suoi «brevi rivoli d’inchiostro» e confessando le gioie e i tormenti di un anno di collaborazione  

È passato esattamente un anno da quel primo intervento dal titolo «Ho amato quel ragazzo fino a sentirmi svenire» con cui Elena Ferrante ha cominciato la sua collaborazione con il quotidiano inglese The Guardian. Oggi 12 gennaio, con un ultimo contributo letterario, l’autrice ha messo fine alla sua collaborazione con il giornale su cui ha curato la sua prima (e unica) rubrica settimanale.


Senza aver mai svelato la sua identità, la scrittrice si è conquistata la fama internazionale grazie alla tetralogia de L’amica geniale (E/O) – a cui è ispirata la serie tv dal titolo omonimo, prodotta da HBO e Rai. Il Time l’ha inserita nel 2016 tra le 100 persone più influenti al mondo, mentre il New York Times ha posizionato il suo Storia di una bambina perduta (E/O) tra i primi 10 libri del 2015.


Elena Ferrante interrompe la collaborazione con il

«Devo ammetterlo – ha scritto Ferrante -. Nonostante l’estrema cortesia dei giornalisti che mi seguivano, sono stata costantemente terrorizzata dalla possibilità di non essere all’altezza del compito».  Fatta eccezione per La frantumaglia (E/O), il volume che raccoglie alcune lettere personali dell’autrice, gli interventi sul The Guardian rappresentano una delle poche mise en scène di Ferrante come soggetto scrivente.

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«Questo esercizio finisce qui – scrive -. Mi sono data un anno e l’anno si è concluso». La difficoltà nella gestione dei tempi di produzione giornalistica rispetto a quelli letterari («ero terrorizzata dalle scadenze settimanali; ero terrorizzata di dover scrivere anche se non sentivo di farlo»), non le ha impedito di arricchire le pagine del sito di un’imparagonabile delicatezza espositiva.
Trattando le più differenti tematiche e le più varie sfumature emotive, Ferrante si è messa in gioco attraverso una «continua esposizione di frammenti di sé». Secondo l’autrice, solo un aspetto è rimasto escluso dalle sue riflessioni sul Guardian, cruciale nella sua produzione letteraria. La disuguaglianza, nei suoi aspetti culturali, sociali ed economici. A questa Ferrante decide di dedicare particolare attenzione nell’editoriale di saluto:

Sto parlando della disuguaglianza, il cuore di tutti i problemi che ci consumano. La disuguaglianza genera un incredibile spreco di energie mentali e creative, e che se fossero allenate e usate nel modo giusto, rimedierebbero ai danni che finora abbiamo causato.

Infine, la scrittrice ha lasciato i lettori sottolineando l’intimità del legame che li ha uniti: «sono in debito con chiunque, tanti o pochi, in accordo o in disaccordo con me, si sia connesso con questi brevi rivoli di inchiostro».

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