Partono le domande per il reddito di cittadinanza: ecco come ottenerlo. La Guida di Open

Da oggi si può presentare domanda all’Inps, ai Caf o alle Poste per il reddito di cittadinanza. La misura entrerà in vigore il prossimo primo aprile: ecco come fare domanda 

Da oggi, 6 marzo, si possono presentare le domande per il reddito di cittadinanza. La richiesta può essere depositata ai Caf, alle Poste e online sul sito Inps. Per chiedere il reddito c’è tempo fino al 31 marzo. Sarà l’Inps a verificare se i richiedenti hanno effettivamente i requisiti per ottenere il sussidio. Il cittadino saprà se la sua domanda è stata accolta o meno con email o sms.


Lo scorso 17 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto ad hoc contenente tutte le norme che andranno a regolare l’introduzione e a definire la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza e della riforma pensionistica “quota 100”. Con questa breve guida vi spieghiamo chi avrà diritto al reddito di cittadinanza e come fare per ottenere l’assegno mensile.


Numerosi sono i paletti introdotti dal provvedimento di legge al fine di restringere la platea dei potenziali beneficiari. Secondo la relazione del governo, potranno accedere alla misura un massimo di 1 milione e 400 mila nuclei familiari per un totale di circa 4 milioni e 500 mila persone.

I requisiti

I potenziali nuclei familiari beneficiari dovranno rispettare determinati requisiti di legge:

  • avere un Isee inferiore a 9.360 euro annui;
  • non possedere un patrimonio immobiliare superiore a 30 mila euro, a esclusione della prima casa;
  • essere residenti in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda per il reddito di cittadinanza, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo;
  • non aver acquistato una moto di cilindrata superiore ai 250 cc nei due anni che precedono la richiesta o una macchina nei sei mesi precedenti e non deve essere intestatario a qualunque titolo di navi e imbarcazioni da diporto.

A chi spetta

L’importo massimo dell’assegno sarà di 780 euro mensili per beneficiario rientrante nei requisiti di legge, ma se nel nucleo familiare ci sono persone disabili o più disoccupati di lungo corso la somma viene aumentata applicando una scala di equivalenza.

Il reddito di cittadinanza verrà erogato ai potenziali beneficiari tra i 18 e i 65 anni, mentre le persone in stato di povertà con più di 65 anni avranno diritto alla cosiddetta “pensione di cittadinanza”, che seguirà le stesse regole di erogazione del reddito.

La somma di 780 euro mensili comprende anche una quota chiamata “sostegno all’affitto” pari a 280 euro e che verrà erogata solo a chi vive, per l’appunto, in una casa non di proprietà. Chi risulterà essere proprietario dell’abitazione di residenza potrà ricevere al massimo 500 euro al mese.

Chi invece dimostrerà di avere un mutuo in essere potrà godere di un sostegno da 150 euro al mese (dunque 630 euro mensili di assegno massimo), mentre chi risulterà essere affittuario potrà ricevere l’intera somma. Per i pensionati il discorso è il medesimo, ma la quota di sostegno all’affitto sarà pari a 150 euro mensili (630 euro sarà invece l’assegno base per i potenziali beneficiari).

Come ottenere il reddito di cittadinanza

Dei requisiti dei potenziali beneficiari della misura si è già parlato molto, molto meno dell’iter che chi è interessato al reddito di cittadinanza dovrà seguire per fare domanda e ottenere l’assegno. Stando al decreto in conversione, la domanda dovrà essere presentata all’Inps: il modulo da compilare dovrà essere poi consegnato nella sede Inps di residenza oppure inoltrato attraverso un Caf abilitato.

L’esito della richiesta sarà comunicato al beneficiario direttamente dall’Inps una volta eseguiti tutti i controlli di rito. Un volta approvata la richiesta, sarà Poste italiane a emettere la tessera con il relativo importo pre-caricato e a consegnarla al beneficiario. Una volta ottenuto il via libera, abbiamo due percorsi differenti a seconda dei casi:

  • il beneficiario del reddito di cittadinanza – se disoccupato – dovrà presentarsi entro 30 giorni al centro per l’impiego e compilare la dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro. Come spiegato, il reddito di cittadinanza riguarda l’intero nucleo familiare del potenziale beneficiario e dunque il percorso prevede che tutti i membri disoccupati da non più di due anni, sotto i 26 anni, e titolari della misura sottoscrivano un patto per il lavoro e si registrino al portale Siupl (non ancora attiva), da visitare tutti i giorni;
  • i beneficiari dovranno rendersi disponibili per 8 ore di lavori socialmente utili a settimana e dovranno accettare una delle prime tre offerte di lavoro congrue ricevute, pena la decadenza del reddito di cittadinanza;
  • il beneficiario in stato di povertà sarà invece contattato entro 30 giorni dai servizi sociali del comune di residenza, i quali andranno poi a proporre un patto di inclusione definito a seconda delle reali esigenze del soggetto in difficoltà.

Decadenza della misura

Il reddito di cittadinanza prevede regole molto restrittive:

  • perderà il diritto all’assegno mensile coloro che non accetteranno di sottoscrivere il patto per il lavoro o il patto per l’inclusione sociale non si attiveranno a seguire corsi di formazione o di politiche attive; non aderiranno ai lavori socialmente utili per 8 ore alla settimana o non accetteranno una delle prime tre offerte di lavoro congrue;
  • le persone che invece presenteranno documentazioni o attestazioni false per ottenere il reddito di cittadinanza rischiano una pena da due a sei anni di carcere.

Le novità introdotte dal Parlamento

In questo momento, il decreto sul reddito di cittadinanza è in Parlamento per la conversione definitiva in legge. In prima lettura, il Senato ha apportato una serie di modifiche che in particolare colpiscono i cittadini extracomunitari.

Oltre al requisito base dei 10 anni di residenza in Italia, di cui gli ultimi due continuativi, ogni richiedente extracomunitario dovrà richiedere al proprio Paese d’origine un documento che certifichi la situazione patrimoniale, reddituale e la composizione del nucleo familiare, che poi dovrà essere convalidato anche dal consolato italiano.

Non essendo stata approvata in via definitiva anche dalla Camera, la modifica non sarà in vigore già dal 6 marzo: pertanto, nella prima finestra utile per la richiesta del reddito questa ulteriore documentazione non verrà richiesta.

Un’ulteriore modifica scatterà sempre ad aprile e obbliga chi si è separato o ha divorziato dopo il primo settembre a dimostrare la nuova residenza presentando anche un verbale dei vigili urbani che dimostri l’effettivo cambio.

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