Venezuela, Maduro: «Ue non può darci un ultimatum». Netanyahu: «Israele riconosce Guaidò»

Nicolas Maduro ha risposto all’Unione Europea dopo l’ultimatum lanciato nella giornata del 26 gennaio: «Paesi insolenti» e sull’esercito dichiara: «Fermo di fronte alle pretese imperiali». Sull’invio di truppe russe in Venezuela il Cremlino smentisce: «La paura ha cento occhi»

Il presidente venezuelano, in un’intervista a Cnn Turk ha etichettato come «insolenti»i Paesi europei che gli hanno imposto un ultimatum. Alla rete televisiva turca ha dichiarato: «Quei Paesi europei insolenti dovrebbero ritirare il loro ultimatum». Ha inoltre giudicato “incostituzionale” l’autoproclamazione di Juan Guaidó a presidente a interim del Paese». Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, aveva reso noto il 26 gennaio che«In mancanza di un annuncio sull’organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni, l’Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese». La Mogherini aveva continuato dicendo che«Il Paese ha urgentemente bisogno di un governo che rappresenti la volontà del popolo venezuelano».


Su Twitter Maduro ha elogiato il suo esercito: «Fermo e dignitoso, di fronte alle pretese imperiali e ai piani destabilizzanti». Maduro ha quindi fatto intendere che l’esercito non si schiererà con il leader dell’opposizione. Tuttavia, al coro dei Paesi che appoggiano Guaidò si è aggiunto anche Israele. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che «Israele si unisce oggi agli Stati Uniti, al Canada e alla maggior parte dei Paesi dell’America Latina e dell’Europa, e io annuncio che riconosciamo la nuova leadership in Venezuela». Nei giorni scorsi gli Usa avevano esercitato pressioni su Tel-Aviv, ma secondo i media, Israele aveva finora preferito un atteggiamento cauto nel timore di reazioni negative di Maduro verso la comunità ebraica del Venezuela.