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Pakistan, Asia Bibi è libera: lascerà il Paese

29 Gennaio 2019 - 12:26 Redazione
Nel 2010 era stata accusata di blasfemia e condannata a morte, la donna cristiana e madre di cinque figli è stata assolta

La Corte Suprema del Pakistan ha confermato l’assoluzione di Asia Bibi. Dopo il ricorso presentato dalle ale più conservatrici contro la sua scarcerazione, la Corte ha ribadito che Asia è libera. Nel 2010, Asia Bibi, madre di cinque figli, era stata accusata da alcuni musulmani, in un piccolo villaggio del Pakistan, di aver insultato il profeta Maometto. Era stata condannata per blasfemia alla pena capitale. Dopo che la Corte suprema aveva ribaltato il verdetto nel novembre scorso, affermando non c’erano prove sufficienti a supportare l’accusa, gli estremisti avevano iniziato violente proteste in tutto il Paese facendo temere per la vita della donna. Anche il suo avvocato, dopo la sentenza, era fuggito in Olanda.

Pakistan, Asia Bibi è libera: lascerà il Paese foto 1

ANSA|Proteste dopo l’assoluzione di Asia Bibi lo scorso novembre

Dopo otto anni nel braccio della morte e la sua scarcerazione, Asia Bibi era stata nascosta per evitare le rappresaglie degli islamisti più radicali, che ne chiedevano l’esecuzione. Secondo alcune indiscrezioni la donna dovrebbe presto lasciare il Paese e raggiungere la figlia in Canada. Dopo l’assoluzione, in molti si erano mobilitati per chiedere alla comunità internazionale di salvaguardarne l’incolumità. Il suo avvocato e varie organizzazioni cristiane avevano fatto appello a diversi Paesi affinché offrissero asilo politico a lei e alla sua famiglia. Tra queste si erano fatti avanti Francia, Australia e Spagna.

Pakistan, Asia Bibi è libera: lascerà il Paese foto 2

Imran Khan

Il primo ministro Imran Khan, eletto lo scorso agosto, era stato criticato e accusato di aver ceduto alle richieste delle frange più estremiste dell’Islam politico dopo essersi espresso in maniera favorevole alla petizione contro l’assoluzione della donna. Di risposta, il Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), partito appartente all’Islam più radicale, aveva messo fine le manifestazioni nel Paese.

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