Aborto, Cl e migranti: le polemiche su Blangiardo, il nuovo presidente dell’Istat

Dall’equiparazione di mortalità infantile e aborto, alla linea dura sui migranti. Una rapida scorsa al cv del nuovo presidente dell’Istituto di statistica, amato dalla Lega e contestato dal web

Nessun colpo di scena. Alla fine Gian Carlo Blangiardo è stato eletto presidente dell’Istat come da disegno leghista. Un via libera politico – arrivato dalla maggioranza e da Forza Italia – che il demografo e professore della Bicocca aspettava da mesi. Il suo nome circolava infatti dall’estate scorsa ma le polemiche intorno alla sua vicinanza alla Lega di Salvini si erano allargate a macchia d’olio, rallentando l’operazione. Superato – grazie ai voti di Forza Italia – lo scoglio del consenso politico nelle commissioni Affari costituzionali di Senato e Camera, Blangiardo esprime ora «soddisfazione».


Twitter, sull’elezione di Blangiardo, è un vaso che trabocca di critiche e commenti negativi, deduzioni e offese di stampo politico che veicolano scetticismo rispetto alle sue competenze e alla sua adeguatezza al ruolo che svolgerà. Da «Arriva Blangiardo, un ennesimo bugiardo nel governo del Longobardo» a «Gay in preoccupante aumento e altre imperdibili statistiche», gli esempi, dal tono ora serio ora ironico, sono innumerevoli.


Aborto, Cl e migranti: le polemiche su Blangiardo, il nuovo presidente dell'Istat foto 1

Perché tanto accanimento? Una rapida scorsa al suo CV, ai rapporti che intrattiene e alle sue prese di posizione pubbliche potranno forse chiarire le idee a riguardo. Classe 1948, Gian Carlo Blangiardo, laurea in Economia e commercio, è un demografo esperto in flussi migratori e politiche per la famiglia, inserito nell’ambiente milanese cattolico legato a Comunione e Liberazione. Alla Bicocca insegna, appunto, ai corsi di DemografiaPopolazione, territorio, società, ed è vicedirettore dell’istituto di Statistica.

Le numerose critiche rispetto alla scelta di Blangiardo sono connesse sia alla sua vicinanza alla Lega di Matteo Salvini sia alla sua posizione da “falco” – manifestata più volte pubblicamente – rispetto a temi delicati come lo Ius soli, l’aborto e l’immigrazione. E poi ci sono le polemiche pubbliche, come il duello intavolato con il presidente dell’Inps Tito Boeri su flussi e previdenza. Con Giuseppe Valditara e Gianandrea Gaiani, nel 2017 pubblica Immigrazione. La grande farsa umanitaria (edito da Aracne). Lo presenterà a febbraio dello stesso anno insieme agli altri due autori. Presenti: Matteo Salvini e Marcello Foa (attuale presidente Rai). A luglio 2017 è a Piacenza tra gli oratori dell’appuntamento leghista Facciamo squadra! Costruiamo il futuro.

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La sua elezione – sbloccata grazie ai voti di Forza Italia che si è spaccata allineandosi sulle posizioni della maggioranza – è contestata da più parti. Il sindacato della Conoscenza, l’Flc Cgil, per esempio, giudica la presidenza di Blangiardo come un «atto di forza del governo contro il mondo della ricerca pubblica».

Alla Camera a inizio dicembre – quando il suo nome era tornato in pole – Blangiardo ha di nuovo manifestato pubblicamente le sue opinioni personali sull’immigrazione («Talvolta è mancata dal dibattito una lettura onesta dei dati»), sulla legge 194 («Non sono per l’abolizione ma penso che le donne non dovrebbero abortire»).

Questione migranti: «Qui non ci stanno, è un dato di fatto»

In una intervista rilasciata alla Stampa l’estate scorsa, il professore di Demografia non ha esitato a prendere posizione, nonostante la sua candidatura fosse già nell’aria: «Non ho paura di parlare di espulsioni e porte chiuse – dice -. Qui non ci stanno, è un dato di fatto». Secondo Blangiardo dunque è necessario bloccare i flussi scoraggiando le partenze: «Bisogna togliere a tanti poveri disgraziati l’idea che la soluzione dei loro problemi sia indebitarsi per infilarsi su una barca o attraversare il deserto rischiando la vita. Devono sapere che dopo tanti sacrifici rischiano di trovarsi di nuovo alla casella di partenza». «Mi stupisco quando mi danno del razzista» si è sfogato in un’altra intervista affidata alle pagine di Avvenire: «I numeri sono fondamentali, ma non sempre stabiliscono verità inconfutabili e non vanno mai usati per assecondare chi ci ascolta».

Aborto = mortalità infantile

Rispetto alle posizioni espresse contro l’aborto, nel 2013 Blangiardo aveva proposto di calcolare l’aspettativa di vita di una persona a partire dal concepimento, equiparando le interruzioni di gravidanza alla mortalità infantile. «Quella tavola è un esercizio. Si può condividere o no – si era giustificato su Avvenire confermando così l’ipotesi di calcolo dell’aspettativa di vita -. Si immagina il rischio di probabilità di morte di ipotetici embrioni». Proprio a causa di queste sue opinioni, durante una delle ultime manifestazioni, il collettivo femminile Non una di meno si è fermato in presidio stabile davanti alla sede dell’Istat.

La preoccupazione dei lavoratori Istat

Indicativa di tutta la situazione è la posizione dell’assemblea dei lavoratori dell’Istat che in un ordine del giorno del 21 novembre esprimeva «forte preoccupazione» sulla nomina di Blangiardo: «Sarebbero a rischio i principi a garanzia dell’indipendenza della statistica ufficiale fissati dalla legge». E con riferimento alla «partecipazione attiva alle iniziative pubbliche della Lega», nell’ordine del giorno si legge che l’Istat «non merita un presidente che fa un uso distorto dei dati a sostegno di specifiche posizioni politiche», cosa che «minerebbe alle fondamenta l’indipendenza, l’imparzialità e la credibilità del principale produttore di statistiche ufficiali del Paese».

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