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Venezuela, Di Maio: «Non riconosciamo né Maduro, né Guaidò»

01 Febbraio 2019 - 10:17 Redazione
In un intervento alla Camera, il vicepremier del M5s ha ribadito la posizione del partito pentastellato. Intanto il leader dell'opposizione venezuelana ha risposto ai dubbi sollevati dal sottosegretario al ministero degli Affari esteri in merito alla risoluzione di Bruxelles: «Il Venezuela non è la Libia. Di Stefano si informi meglio»

Dopo il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente a interim da parte del Parlamento europeo, alcuni esponenti del M5s si sono scagliati contro questa decisione. Tra tutti, hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Manlio di Stefano, sottosegretario di Stato al ministero degli Affari esteri. Il deputato del M5s ha fortemente criticato il voto positivo di Bruxelles con un post su Facebook: «Rassicuro il mio amico Alessandro Di Battista, l’Italia non sosterrà mai alcuna posizione di ingerenza verso il Venezuela come gli ultimatum di macroniana memoria», specificando che il Venezuela non diventerà una seconda Libia. Durante un intervento in Aula alla camera anche il vicepremier del M5s Di Maio ha ribadito le posizioni del suo partito: «Visto che siamo già stati scottati dalle ingerenze in altri Stati non vogliamo arrivare al punto di riconoscere soggetti che non sono stati votati», continua il vicepremier.«Per questo non riconosciamo neppure Maduro e per questo l’Italia continua a perseguire la via diplomatica e di mediazione con tutti gli Stati per arrivare ad un processo che porti a nuove elezioni ma senza ultimatum e senza riconoscere soggetti che non sono stati eletti».

Le dichiarazioni di Di Stefano non sono passate inosservate, tanto da arrivare anche a Juan Guaidò che in un’intervista al Tg2 ha voluto rispondere alle affermazioni del pentastellato: «In Venezuela oggi non c’è il rischio di una seconda Libia, consiglio al sottosegretario Di Stefano di informarsi. Non c’è questo rischio perché oggi il 90% dei venezuelani vuole il cambiamento». Il presidente a interim si è rivolto anche a tutti i membri italiani dell’Europarlamento che non hanno sostenuto la risoluzione: «Questo denota un po’ di scarsa conoscenza di quello che succede in Venezuela. È un fatto importante, spero che gli altri governi lo seguano».Sulla stessa linea è il vicepremier Luigi Di Maio che ha subito replicato a Guaidò: «Il cambiamento lo decidono i venezuelani: noi siamo dalla parte della pace e della democrazia quindi dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni». Di Stefano non è l’unico ad avere espresso perplessità sull’appoggio a Guaidò. Dallo scoppio della crisi tra Lega e M5s, alcuni alleati al Governo si sono confrontati sul tema per via di opinioni contrapposte. In particolare, già nei giorni scorsi, l’esponente 5 Stelle Alessandro Di Battista era intervenuto sull’argomento paragonando la crisi venezuelana a quella libica:«Firmare l’ultimatum UE al Venezuela è una stronzata megagalattica. È lo stesso identico schema che si è avuto anni fa con la Libia e con Gheddafi. Identico».

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