L’Esa sta addestrando i suoi astronauti per tornare sulla Luna

Esistono sulla Terra diversi luoghi che possono ricordare paesaggi alieni, come certe regioni desertiche, dove vengono addestrati gli astronauti. Sia la Nasa che l’Esa hanno dei programmi appositi per preparare le future generazioni alle nuove sfide dell’esplorazione spaziale, due in particolare: tornare sulla Luna e conquistare Marte

Prima o poi torneremo sulla Luna. Ormai possiamo darlo quasi per scontato. Sarà una tappa obbligata nello sforzo che si compirà per portare i primi esseri umani su Marte. Probabilmente, prima ancora, ci arriveremo con una stazione orbitante più piccola della Iss, come ha spiegato a Open l’astronauta Umberto Guidoni. Intanto, l’Agenzia spaziale europea (Esa) si porta avanti col progetto «Pangea-X» addestrando i suoi astronauti: indossano regolari tute spaziali e vari strumenti di analisi, mentre passeggiano sulle ceneri vulcaniche di Lanzarote in Spagna, in un paesaggio molto simile a quello lunare. Alcuni test sono già stati fatti a novembre 2018.


Esplorare strani nuovi mondi senza lasciare la Terra

Si tratta del passo successivo del già esistente progetto «Pangea». Alcuni geologi planetari europei si trovano così a lavorare sulle terra all’addestramento degli astronauti. In questo modo possono imparare, per esempio, a riconoscere le formazioni rocciose e a raccogliere i campioni con criterio. Tutto ricorda le «analog mission» della Nasa, in tutto se ne contano già 14 tipi. Lo scopo è sempre quello di simulare le condizioni di una eventuale esplorazione – su Marte, magari – sfruttando delle location terrestri.


Esercitarsi davvero sulla Luna è meglio

In futuro gli astronauti potranno esercitarsi direttamente sulla superficie del nostro satellite naturale. Un conto infatti sono le solite esercitazioni – magari dentro apposite vasche riempite d’acqua per simulare l’assenza di peso -, altro conto è invece avere la possibilità di saltellare davvero sulla Luna, sperimentando in che modo tenersi in forze per un viaggio ben più lungo, su Marte.

Il problema del peso a bordo

Un problema per i prossimi viaggi spaziali sarà quello di ridurre il peso a bordo. Nelle simulazioni in Spagna è stato testato anche un apposito tablet che, da solo, geo-localizza gli astronauti e aiuta a catalogare i campioni sulla base del sito di provenienza, sollevandoli da una mole di lavoro che altrimenti avrebbe richiesto un maggior numero di attrezzature. Stiamo parlando dell’ Electronic field book. Avere astronauti addestrati per operare in assenza di peso durante lunghi periodi e ridurre il peso a bordo: questi, dunque, sono i principali obiettivi da raggiungere se vorremo davvero portare delle persone su Marte.