Venezuela, Guaidó scrive a Salvini e Di Maio. Il leghista: «Incontro con delegazione lunedì»

Il presidente dell’Assemblea Nazionale ha inviato una lettera resa nota dal ministro dell’Interno. «Ho ricevuto più volte minacce di morte per aver attaccato Maduro», rivela invece il presidente del Parlamento europeo e numero due di Forza Italia, Antonio Tajani. Foto di copertina EPA/Miguel Gutierrez

Lunedì 11 febbraio al Viminale il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini incontrerà una delegazione venezuelana. Lo comunica il Viminale, in seguito alla lettera ufficiale inviata ieri, martedì 5 febbraio, da Juan Guaidó proprio per chiedereun incontro ai due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. L’appuntamento, dice il Viminale, segue di qualche giorno la visita di alcuni rappresentanti della comunità venezuelana in Italia che sono stati ricevuti al ministero lunedì 4 febbraio.


Per il presidente dell'Assemblea Nazionale «il complesso periodo storico che il Venezuela sta attraversando pone ciascuno di noi dinanzi a grandi speranze che leggiamo negli occhi dei nostri concittadini», si legge nella lettera resa nota dal ministero dell'Interno. «Ciò comporta grandi responsabilità sia al cospetto della nostra Patria, sia nei confronti della comunità internazionale tutta.


Per tali ragioni, e avendo a mente gli indissolubili legami che uniscono il Venezuela e la Repubblica italiana, credo sia importante e utile inviare in Italia una delegazione ufficiale, guidata dal presidente della commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale Francisco Sucre e dal nostro Rappresentante europeo per gli Aiuti Umanitari Rodrigo Diamanti, con la finalità di illustrarle il piano di azione per il ripristino della democrazia in Venezuela mediante l'indizione di elezioni libere e trasparenti e risolvere l'attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e più di 100 mila italiani che vivono in Venezuela».

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Quella di Guaidó è la richiesta di un incontro «nel più breve tempo possibile», per «uno scambio di opinioni sulla decisiva transizione che stiamo vivendo in Venezuela». Soprattutto, dice ancora Guaidò, per «rappresentare la necessità che in Venezuela si possa giungere in tempi rapidi, e grazie al sostegno della comunità internazionale, a libere elezioni democratiche».

«Ho ricevuto più volte minacce di morte per aver attaccato Maduro», dice oggi in conferenza stampa a Roma il presidente del Parlamento europeo e numero due di Forza Italia, Antonio Tajani, parlando del presidente del Venezuela. «Anche di recente», aggiunge la capogruppo del partito al Senato Anna Maria Bernini. «Presenteremo una risoluzione di una sola riga per riconoscere Guaidó come presidente ad interim», conclude Bernini, «Vogliamo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte venga in aula a riferire e che la Lega voti con noi».

Nel frattempo stamattina a Roma, davanti a Montecitorio, la comunità venezuelana in Italia è scesa in piazza per chiedere al governo italiano il riconoscimento di Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. «Troviamo vergognoso che l’Italia non abbia preso una posizione netta e inequivocabile contro il dittatore comunista Maduro», fa sapere una delegazione di Fratelli d'Italia, guidata dal capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, e i deputati Giovanni Donzelli e Paolo Trancassini, scesa in piazza a incontrare i manifestanti.

«Avevamo chiesto, invano, che il ministro Moavero venisse alla Camera a chiarire la posizione del governo prima del vertice del Gruppo di contatto e a informare il Parlamento sulle misure che l’esecutivo intende adottare per i nostri connazionali in territorio venezuelano. Purtroppo hanno preferito rimandare per l’ennesima volta il dibattito, di fatto decidendo di non decidere».

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Foto ANSA/Massimo Percossi

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