Elezioni europee: Orfini firma il manifesto di Calenda a nome di tutto il PD

Il presidente del Partito Democratico sottoscrive la carta anti-sovranista “Siamo europei” di Carlo Calenda che diventa di fatto il manifesto programmatico del partito e degli eventuali alleati per le elezioni europee

Il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini ha dichiarato che firmerà a nome di tutto il Pd il manifesto “Siamo europei” di Carlo Calenda. La decisione è stata condivisa con Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti, i tre candidati alla segreteria del partito. Quindi, dichiara Orfini, «il Pd ne assume i contenuti».


Inizia insomma per il Partito Democratico la lunga campagna elettorale verso le elezioni europee, dopo i risultati chiaroscuri delle consultazioni regionali in Abruzzo. «Iniziamo da qui per lanciare la sfida ai populisti – ha spiegato Orfini – nei prossimi giorni incontrerò i segretari regionali per avviare il percorso e convocherò un tavolo con i parlamentari europei e italiani per elaborare il contributo programmatico con il quale il Pd affronterà la sfida».

Il manifesto “Siamo europei“, lanciato lo scorso 18 gennaio dall’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, è un manifesto politico per una lista unitaria delle forze europeiste in chiave anti sovranista, da schierare alle prossime elezioni europee.

«L’obiettivo – recita il manifesto – non è conservare l’Europa che c’è, ma rifondarla per riaffermare i valori dell’umanesimo democratico in un mondo profondamente diverso rispetto a quello che abbiamo vissuto negli ultimi trent’anni».

Le prime adesioni erano arrivate dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, dall’ex premier Paolo Gentiloni, dai tre candidati alla segreteria, come detto, Martina, Zingaretti e Giachetti e da numersi amministratori locali fra cui il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, oltre che dall’ex sindaco meneghino Giuliano Pisapia e dalle fondatrici di Se non ora quando Francesca Izzo, Edoardo Nesi, Giuliano Pisapia, Beppe Vacca.

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