«La storia infinita» compie 40 anni: come nacque Bastiano, il ragazzo che non voleva più tornare

di OPEN

Il libro best seller, consolidato nella memoria collettiva dal film di Wolfgang Petersen, è uno dei più grandi classici della letteratura per ragazzi

Nel 1977 Micheal Ende vuol scrivere un nuovo romanzo. Da qualche parte si è appuntato un’idea: «Un bambino che, leggendo una storia, si ritrova letteralmente all'interno della storia stessa e riesce ad uscirne solo con grandi difficoltà». Inizia così la storia di Bastiano, che per sfuggire alle angherie di un gruppo di bulli si immerge nel mondo di Fantàsia, al punto da rimanerne risucchiato quasi del tutto. La stessa sorte tocca allo scrittore – all’editore che lo incalza per il ritardo di un anno nella consegna del manoscritto, Ende risponde: «Non posso darti niente, Bastiano non torna più indietro. Cosa devo fare? Devo aspettare il momento giusto, quando emergerà dal personaggio stesso la necessità di ritornare».


«La storia infinita» compie 40 anni: come nacque Bastiano, il ragazzo che non voleva più tornare foto 2


Il gioco di scatole cinesi tra mondi narrativi e reali continua anche al momento della pubblicazione. Dopo tre anni di lavoro intensissimo, Ende non vuole che La Storia Infinita sia un volume qualsiasi, ma un vero e proprio libro di magia. Lo immagina in copertina di cuoio con bottoni in madreperla e ottone; dopo lunghe trattative, l’editore approverà una rilegatura in seta, una stampa a due colori e 26 capilettera, dalla A alla Z, illustrati da Roswitha Quadflieg.

«La storia infinita» compie 40 anni: come nacque Bastiano, il ragazzo che non voleva più tornare foto 3

L’opera di fantasy fiabesco, definizione approvata dall’autore, avrà da subito un successo dirompente. La critica tedesca non lo apprezza immediatamente, trovando che l’assenza di realismo e impegno politico sia un’ingenua via di fuga per ragazzi spaventati dal futuro. Ma questo, a Micheal Ende e ai suoi numerosissimi lettori, importa poco. L’importante è la storia di Bastiano e la forza dell’immaginazione, la propulsione oltre ciò che già si conosce. Ad oggi, il libro ha venduto più di 10 milioni di copie ed è stato tradotto in 40 lingue.

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La fantasia è quel che conta, dunque, e non stupisce che Ende non abbia mai amato il film tratto dalla sua opera. Sarà il più costoso della storia del cinema tedesco e un altro incredibile successo di pubblico, ma lo scrittore lo chiamerà un «gigantesco melodramma di kitsch, commercializzazione, pupazzi e plastica».

Ende non ha mai voluto legare il suo metaromanzo – perché questa opera straordinaria altro non è che un libro nel libro – a un singolo messaggio, accettando tutte le interpretazioni. Intervistato da Roman Hocke e Thomas Kraft per il libro Micheal Ende e il suo fantastico mondo, lo definisce «la storia di un giovane che in questa notte di crisi deve saltare dentro questo Nulla, allo stesso modo in cui dobbiamo farlo anche noi europei. Siamo riusciti a perdere tutti i valori e ora dobbiamo saltare dentro, e solo se abbiamo il coraggio di saltarci dentro, in questo nulla, possiamo risvegliare le forze creative più personali e interne e costruire una nuova Fantàsia, cioè un nuovo mondo di valori».

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