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Primarie Pd, corsa a ostacoli dentro e fuori dai social

17 Febbraio 2019 - 21:52 Francesca Martelli
Il 3 marzo ci sarà il voto per la segreteria del Partito Democratico: la scelta è tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Intanto i sostenitori dei candidati, e i diretti interessati, si lanciano accuse via twitter

Tre candidati alle primarie Pd del 3 marzo e un tasso di litigiosità elevato: l'ultimo caso è stato il mancato confronto televisivo tra Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachettiche si sono incrociati negli studi Rai il 17 febbraio, alla trasmissione Mezz'ora in più, sottoponendosi però a interviste singole. Il primo è accusato dai sostenitori degli altri due candidati di volersi sottrarre al confronto e di vedere difficoltà organizzative inesistenti.

L'ex segretario del Pd Matteo Renzi, fresco di tour promozionale per il suo ultimo libro «Un'altra strada – Idee per un'Italia di domani», ha fatto sapere di non volere intervenire nella corsa per la segreteria del Partito Democratico, anche se l'ex radicale Giachettiè molto vicino all'ex presidente del Consiglio che lo aveva anche convinto nel 2016 a candidarsi come sindaco di Roma.

https://twitter.com/statuses/1096752764863111175

Durante l'intervista televisiva Roberto Giachettiha poi attaccato duramente Massimo D'Alema (ex presidente del Consiglio, ex ministro, presenza ingombrante e poi scissionista delPartito Democratico) definendolo uno di quegli«scappati di casa che hanno contribuito ad ammazzare il Pd eche possono continuare a percorrere la strada che hanno preso». Nella storia del centrosinistra, D'Alema era già stato protagonista di scontri verbali con Romano Prodi e più recentemente con Matteo Renzi.

Ma il suo nome era tornato ad agitare il Pd per le indiscrezionipoi smentite dal candidato favorito alle Primarie 2019 Nicola Zingaretti, di un possibile progetto di apertura ai fuoriusciti dal partito. Un rischio che aveva attirato l'attenzioneviatwitter di Carlo Calenda, che intanto ha proposto il manifesto «Siamo europei», firmato dal Pd e dai tre candidati alla segreteria in vista del voto del 26 maggio.

https://twitter.com/statuses/1095048991853740034?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1095048991853740034&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.fanpage.it%2Felezioni-europee-pd-firma-il-manifesto-di-carlo-calenda%2F

Dodici anni dopo le prime primarie del Partito Democratico, il vincitore delle Primarie dovrà occuparsi delle alleanze in vista delle Europee e delle prossime amministrative, del consenso elettorale in calo e delle polemiche interne al partito sempre vive. C'è ad esempioun altro ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, che è tornato a commentare la situazione politica del centrosinistra.

Essendoin tour promozionale con il suo nuovo libro «Ho imparato. In viaggio con i giovani sognando un'Italia mondiale», esattamente come Renzi, lo ha invitato a fare un po' di autocritica.: «Il vero titolo del libro di Renzi? #Nonhoimparato….ops! #sischerza». L'ex segretario del Pd gli ha risposto che ha ben poco da scherzare.

https://twitter.com/statuses/1096414148706095104?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1096414148706095104&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.liberoquotidiano.it%2Fnews%2Fpolitica%2F13430873%2Fmatteo-renzi-enrico-letta-ridicolizza-titolo-libro-non-ho-imparato.html

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