Foligno, il padre del bambino nero insultato dal maestro: «È razzismo, non esperimento sociale»

I genitori del bambino che sarebbe stato discriminato non credono alla versione dell’insegnate: «Non aveva informato gli alunni. E comunque non riterrei giusto che possa aver preso i miei figli per fare un esperimento»

Non accennano a placarsi le polemichein seguito alla diffusione della notizia del bambino di colore discriminato dal suo maestro di scuola. Nonostante le scuse dell'insegnante, che ieri sera a Porta a Porta ha spiegato che si sarebbe trattato di un esperimento sociale volto a provocare una reazione tra i compagni di scuola del bambino, il padre dell'alunno non sembra affatto convinto della bontà della spiegazione fornita dal docente.


«Èun episodio di razzismo e non si ètrattato di un esperimento sociale. I miei figli stanno male», ha dichiarato il papàdell'alunno aigiornalisti ancora assiepati fuori dal cancello della scuola folignate dopo aver incontrato la dirigente scolastica dell'istituto. «I miei figlistanno molto bene dentro la scuola con gli altri bambini, il problema è soltanto con questo maestro. In tanti anni che siamo in questo Paese è la prima volta che ci capita una cosa del genere. Gli altrigenitori ci hanno dimostrato molta solidarietà, l'Italia non è un Paese razzista, altrimentinon saremmo qui da tanto tempo. In Italia abbiamo fatto tante cose belle, tra cui i nostri cinque figli», ha aggiunto.


Prima di salire in auto con la moglie e l'avvocato, l'uomo ha spiegato di non credere alla versione dell'esperimento sociale resa dall'insegnante, sottolineandoche il docente «non aveva informato gli alunni. E comunque non riterrei giusto che possa aver preso i miei figli per fare un esperimento».

L'episodio finirà anche in Parlamento: il 21 febbraio, il deputato di Leu Nicola Fratoianni ha annunciato la presentazione di un'interrogazione parlamentare per fare luce sulla vicenda. Anche il Miur ha aperto un'indagine interna ed è in attesa di ricevere le relazioni dai competenti organi locali.

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