Trento, la nuova capo di gabinetto ha il tatuaggio di una croce uncinata sul polpaccio

Di quel tatuaggio si era già parlato all’epoca in cui Poletti era stata candidata, in quota Fratelli d’Italia, alla Camera alle ultime elezioni. Non era andata bene

Una svastica tatuata sul polpaccio? «Macché, è una runa, simbolo antichissimo». Risponde così Marika Poletti, nominata capo di gabinetto dell’assessore agli Enti locali della Provincia autonoma di Trento, che fa parte della giunta di centrodestra guidata dal leghista Maurizio Fugatti. «È una runa, fa parte di una simbologia millenaria», assicura lei all’Adige, dopo la denuncia di Alessandro Giacomini, ex presidente dell’associazione dei laici trentini. Giacomini ha mandato una lettera aperta ai giornali locali insieme a una fotografia di Marika Poletti in cui si vede il simbolo sul polpaccio. Di quel tatuaggio si era già parlato all’epoca in cui Poletti era stata candidata, in quota Fratelli d’Italia, alla Camera dei deputati alle ultime elezioni. Non era andata bene. Ma ora, un anno dopo, per Poletti – 34 anni, trentina, già simpatizzante di Alleanza nazionale – arriva il nuovo incarico e si torna a parlare di quel simbolo.


«Il contesto socio politico trentino con il suo indiscutibile cambiamento alle recenti elezioni provinciali e il suo assessorato hanno un estremo bisogno di delicatezza, di educazione o per meglio dire di eleganza», scrive Gottardi. «Non certo di sostituire la nostra cara aquila fiammante con la provocatoria svastica del suo capo di gabinetto». Trattasi di una runa, assicura Poletti (ma la croce uncinata runa non è: è un simbolo religioso dell’eurasia, mentre l’alfabeto runico veniva usato dalle antiche popolazioni germaniche) «Sono una cultrice della cultura popolare e quella è una simbologia millenaria», dice a l’Adige. «Anche il segno della pace è una runa. E allora cosa facciamo? Torchiamo quelli che vanno in giro col simbolo della pace a spilletta o adesivo dicendo che sono filo-nazisti anche loro?».