A Julie Andrews il Leone d’oro alla carriera

Poliedrica, instancabile e icona di stile. Nata il primo ottobre 1935, il volto della bambinaia più famosa al mondo si aggiudica un nuovo riconoscimento per aver segnato un’epoca e per non essere «mai scesa a compromessi»

Da Mary Poppins a Tutti insieme appassionatamente, passando per Victor Victoria; dal doppiaggio – l'ultima volta ha prestato la voce alla creatura marina Kharaten nel campione d’incassi Aquaman, ma è stata anche la mamma di Gru in Cattivissimo me – alle librerie con tre best seller. Il Leone d’Oro alla carriera della 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – che avrà luogo a Venezia, dal 28 agosto al 7 settembre 2019 - è stato attribuito all'attrice inglese Julie Andrews.


La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia su proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera che ha spiegato così la scelta: «Affermatasi sin da giovanissima sulle scene del music hall londinese e, in seguito, a Broadway grazie alle sue doti canore e interpretative fuori del comune, Julie Andrews deve allo straordinario successo del suo primo film hollywoodiano, Mary Poppins, il conferimento dello statuto di star di prima grandezza».


Barbera ha sottolineato la versatilità di Julie Andrews, ricordando che durante la sua carriera ha scelto di cimentarsi in ruoli drammatici, provocatori o intrisi di ironia. «È il caso di Tempo di guerra, tempo d’amore, di Arthur Hiller, e dei numerosi film diretti dal marito Blake Edwards, con il quale diede vita a un sodalizio artistico tra i più profondi e duraturi. Il Leone d’Oro – ha concluso Barbera – è il riconoscimento doveroso di una carriera straordinaria che ha saputo conciliare il successo popolare e le ambizioni artistiche senza mai scendere a facili compromessi».

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