Via allo Ska observatory, la rete di radiotelescopi più grande al mondo

Il progetto Ska Observatory è un esempio di come la ricerca spaziale sia in grado di incoraggiare la cooperazione internazionale, dando a ricercatori di tutto il mondo l’opportunità di mettere in comune le proprie competenze. L’Italia, in questo, ha avuto un ruolo di primo piano

Finalmente l’attesa è terminata. Sette paesi hanno sottoscritto a Roma il trattato che dà il via al progetto«Ska» (Square kilometre array), la rete di radiotelescopi più grande al mondo. In rappresentanza dell’Italia ha firmato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. «L’intesa – ha detto il ministro – testimonia lo spirito di collaborazione che la ricerca scientifica riesce ad innescare fra Paesi e popoli del mondo, perché la scienza parla tutte le lingue del pianeta».


Lo ska è una rete costituita da migliaia di antenne puntate verso lo spazio, co-situatain Australia e Sudafrica, dove si trova il grande precursore di questocomplesso: il MeerKat, un radiotelescopio che coinvolge oltre 500 astronomi, 58 dei quali africani. Se paragonato alla qualità di risoluzione del telescopio spaziale Hubble (chenon è un radiotelescopio), Ska avrà una precisione di osservazione 50 volte più alta.Con l’Italia hanno firmatoAustralia, Cina, Regno Unito, Portogallo, Olanda e Sudafrica.


Via allo Ska observatory, la rete di radiotelescopi più grande al mondo foto 1

SKA Observatory|Distribuzione delle strutture Ska in Sudafrica

Il progetto fu fondato nel 2011 a Manchester, nel Regno Unito, coinvolgendo anche Svezia, Canada, India e Nuova Zelanda. Il sistema hauna natura «scalare», che permette di aggiungere nuove antenne ogni volta che è necessario, riducendo così notevolmente i costi. Tra i compiti che spetteranno agli astronomi coinvolti nel progetto quello di testare le conseguenze della relatività generale nello Spazio profondo,trovare tracce di vita negli esopianeti e studiare l’evoluzione delle galassie.

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