L’arresto di De Vito è la fine dei 5 Stelle? Toninelli ride: «L’abbiamo cacciato in 30 secondi»

Nonostante lo scandalo per presunta corruzione che ha travolto il presidente del consiglio comunale di Roma, secondo il ministro delle Infrastrutture e il sottosegretario Crimi il M5S ha dimostrato ancora una volta «di avere gli anticorpi» contro questi fenomeni

«È la fine del Movimento Cinque Stelle?». Lo hanno ipotizzato in tanti, dopo l’arresto per corruzione di Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina e volto storico dei Cinque Stelle a Roma.


Gli esponenti più in vista del Movimento 5 Stelle ostentano ottimismo: «Il Movimento 5 Stelle ha risposto in 30 secondi, cacciando prima di aspettare un giudizio da parte della magistratura, perché viene prima la responsabilità morale. Chiedetelo agli altri partiti», dice il ministro delle Infrastrutture Toninelli.


Il sottosegretario Vito Crimi: «Non siamo a rischio»

Sulla stessa linea il sottosegretario Vito Crimi: «Non siamo a rischio – aggiunge – abbiamo gli anticorpi». Questa volta però, l’espulsione di un 5 Stelle è arrivata direttamente dal capo politico del Movimento Luigi Di Maio, senza passare dal collegio dei probiviri.

Così i 5 Stelle stanno provando a reagire a questa inchiesta giudiziaria, il giorno dopo le critiche che avevano riservato (anche sui social network) al neo segretario Pd Zingaretti, coinvolto secondo L’Espresso in un’inchiesta per finanziamento illecito.

Alla vigilia delle Regionali in Basilicata, il Movimento 5 Stelle sta anche affrontando un calo di consensi, secondo alcuni sondaggi è stato raggiunto dal Pd per la prima volta dal 2014: l’inchiesta per corruzione rischia dunque di essere un serio problema.

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