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Stadio Roma: arrestato per corruzione il 5 stelle Marcello De Vito, numero due del Campidoglio

20 Marzo 2019 - 07:32 Redazione
Il presidente dell'assemblea comunale, uno degli uomini chiave del movimento 5 stelle romano, è accusato di aver intascato tangenti nell'ambito del progetto di costruzione del nuovo stadio della Roma

Il presidente dell’assemblea comunale di Roma, Marcello De Vito (M5s), è stato arrestato per corruzione insieme ad altre tre persone nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione del nuovo stadio della Roma. De Vito è un uomo chiave del Movimento 5 Stelle romano: avvocato, ex candidato sindaco nel 2013, è accusato di aver preso delle tangenti dal costruttore Luca Parnasi – già indagato e arrestato – per agevolare il progetto dello stadio della Roma (la società non è coinvolta nelle indagini).

L’arresto di De Vito è l’ennesimo sviluppo di una vicenda cominciata a giugno del 2018, quando nove persone furono arrestate (gli indagati erano 16 in tutto) con l’accusa di «associazione a delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive» e altri reati contro la pubblica amministrazione. Tra queste c’erano due nomi illustri: il costruttore Luca Parnasi e Luca Lanzalone.

Parnasi è il proprietario della società incaricata di realizzare lo stadio e le aree circostanti; Lanzalone è l’ ex presidente di Acea e uomo di fiducia dei 5 stelle a Roma, a cui era stato affidato il dossier sull’impianto sportivo che dovrebbe essere costruito a Tor di Valle. Tra gli altri indagati c’erano anche esponenti di Pd e Forza Italia. A febbraio la procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 indagati.

Oltre alle quattro ordinanze di custodia cautelare (due in carcere, due ai domiciliari), eseguite la mattina del 20 marzo, i carabinieri hanno imposto a due imprenditori il divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale. Tra i reati ipotizzati dalla procura c’è anche quello di traffico di influenze illecite per la costruzione di un albergo vicino alla stazione ferroviaria di Roma Trastevere e per la riqualificazione degli ex mercati generali.

La reazione del Movimento 5 Stelle

Il senatore M5S e presidente della commissione Antimafia Nicola Morra ha commentato: «I fatti contestati a Marcello De Vito sono gravissimi: in questo momento, ancor più di prima, è necessario ribadire la piena e totale fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine. Non si può rimanere in silenzio. La corruzione è un male che colpisce in qualsiasi forza politica e bisogna essere intransigenti».

Durissimo il commento del senatore pentastellato Gianluca Castaldi, che su Facebook ha scritto: «De Vito: se sei caduto in tentazione, vai a fare in c.! Avevi una schiera di Partiti a cui aderire per fare ciò per cui ti hanno arrestato. Da loro è normale. Saresti probabilmente anche stato premiato con qualche nomina o incarico!!! Da noi vai fuori, all’istante! Per quel che mi riguarda chi ‘macchia’ il sogno di un Movimento costituito da persone per bene, oltre ad essere un ladro (ma di questo se ne occupa la magistratura e mi auguro di tutto cuore che si sia sbagliata) è un distruttore di speranza! Dell’unica speranza! Via! E subito!».

La reazione del Pd

Il senatore dem Michele Anzaldi, commentando la vicenda di De Vito, si è scagliato contro il Movimento 5 Stelle sottolineando che ora, per coerenza, i vertici dovrebbero chiedere le dimissioni del sindaco di Roma Virginia Raggi: «Il Movimento 5 stelle che ieri chiedeva in massa le dimissioni di Nicola Zingaretti per un’indagine dove viene accusato da una persona terza che finora non ha portato alcun riscontro alle sue accuse, ora per coerenza dovrà pretendere le dimissioni della sindaca Raggi e di tutta l’Amministrazione capitolina», si legge su Facebook.

«L’arresto del presidente del Consiglio comunale, – prosegue Anzaldi – esponente di spicco del Movimento 5 stelle e di fatto numero due dell’Amministrazione, dovrebbe essere un motivo sufficiente, secondo il modo di ragionare dei cinque stelle, per far dimettere la Giunta della Capitale, dopo che la sindaca era già stata pesantemente coinvolta nell’inchiesta del nuovo Stadio della Roma con il suo braccio destro Luca Lanzalone».

«I tanti M5s che hanno dichiarato ieri, come il capogruppo al Senato Patuanelli, il senatore Paragone, la vicepresidente del Senato Taverna, il sottosegretario Di Stefano, oggi cosa dicono? Vedremo anche come si comporteranno i telegiornali Rai: ieri sera per il Tg 1 l’indagine su Zingaretti meritava di essere nei titoli all’edizione delle 20. Oggi che faranno con De Vito, notizia che apre tutti i giornali online?», conclude Anzaldi».

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