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Il Decretone è legge: i pensionati festeggiano, i giovani un po’ meno

28 Marzo 2019 - 11:54 OPEN
I due provvedimenti sono avviati già da qualche settimana. Ecco i dati relativi ai due punti cardine del contratto di governo gialloverde

Sono 150 i voti favorevoli che hanno permesso al Decretone di trasformarsi ufficialmente in legge. I temi portanti del ddl di Governo, che rappresenta la sintesi dell’accordo tra la Lega e il Movimento 5 Stelle, sono il Reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni.

Il «nuovo modello di welfare», come lo ha definito il vicepremier Luigi di Maio, potrebbe necessitare di una manovra correttiva richiesta dall’Europa. Intanto, i due provvedimenti previsti dalla manovra sono partiti già da qualche settimana: facciamo il punto sui dati e sulla geografia delle richieste.

Reddito di cittadinanza: quanti, chi e dove

«Abbiamo abolito la povertà!» è la celebre espressione con cui Di Maio ne ha festeggiato l’approvazione lo scorso 28 settembre. Il 4 marzo si sono aperte ufficialmente le domande: a tresettimanedall’attuazione del decreto, le domande pervenute ai Caf e agli uffici delle Poste sono oltre 700mila. Secondo quanto comunicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, le prime cinque regioni per numero di richieste sono la Lombardia (31.309), la Campania (28.897), la Sicilia (23.863), il Piemonte (20.982) e il Lazio (20.741).

Una delle preoccupazioni più grandi che avevano anticipato l’entrata in vigore del provvedimento riguardava i giovani. E infatti, al momento solo il 6,7%delle domande inoltrate appartiene agli under 30. Il motivo principale riguarda la difficoltà per questa fascia di popolazione di poter accedere al sussidio: il decreto considera i minori di 26 anni come figlia carico, e il loro reddito fa riferimento a quello dell’intera famiglia. Per chi ha più di 26 anni, l’emancipazione dal nucleo è riconosciuta solo con un reddito superiore ai 2.840 euro annui.

«Spazio ai giovani»: i numeri di quota 100

La bandiera leghista nel contratto di Governo si pone sulla riforma pensionistica, nata per tagliere le gambe alla legge Fornero. L’anticipo della pensione (almeno 62 anni di età e 38 di contributi) ha preso le mosse dal criterio del “100 pensionati per 100 giovani” nell’occupazione.

Secondo le prime stime, però, i dati sul turnover (cioè del ricambio generazionale)non sarebbero rassicuranti: secondo la Fondazione studi dei consulenti del lavoro, afronte di 315mila uscite ci saranno poco più di 116mila ingressi di giovani under 30. Per quanto riguarda i richiedenti,l’Inpscomunica che sono 104.390 le domande presentate fino al 27 marzo. I dipendenti pubblici risultano circa 36.152, che però dovranno aspettare i primi di agosto per ritirarsi. Oltre 35.000 domande arrivano da persone con meno di 63 anni di età.

A livello territoriale, il numero più elevato si registra a Roma, che con le sue 7.769 richieste si riconferma in cima alla lista delle città. Numeri più bassi nelle altre due principali città italiane: 4.517 a Napoli e 4.344 a Milano.

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