L’isola di Capri sarà “plastic free”. Il sindaco: «Dopo la plastica, limiteremo le navi»

Dal primo maggio sarà vietato l’uso, l’importazione e la vendita di posate, bicchieri, piatti, vassoi e altri oggetti in plastica monouso. Per i trasgressori, multa fino a 500 euro

L'isola di Capri sarà plastic free. Il sindaco, Gianni De Martino, ha firmato un'ordinanza che vieta di usare, importare e mettere in commercio una serie di prodotti di plastica monouso e non biodegradabile: sacchetti, posate, bicchieri, piatti, vassoi, contenitori per alimenti, cannucce e paline per il caffè. Il provvedimento sarà valido dal primo maggio: per i trasgressori è prevista una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro. Abbiamo intervistato il sindaco per capire di più sull'iniziativa ambientale di Capri.


Sindaco De Martino, come si è arrivati a questa ordinanza?


«Sia provvedimenti statali che locali hanno posto l'accento su questo argomento. Poi c'è stata negli ultimi anni una forte sensibilizzazione internazionale grazie alle associazioni per l'ambiente, sfociata nella bellissima manifestazione del 15 marzo».

L'isola di Capri sarà

Gianni De Martino, sindaco di Capri dal 2014

Qual è la ragione che vi ha portato a decidere per sanzioni forti anche nei confronti dei turisti?

«Ci sono due motivi che ci hanno spinto a emanare questa ordinanza: il primo è sicuramente la tutela del territorio, il secondo è che Capri è un simbolo: speriamo con il nostro esempio di mostrare alle altre realtà turistiche, costiere e isolane, che una svolta sostenibile è possibile».

Ci sono dei precedenti di "turismo mordi e fuggi" che hanno messo a repentaglio l'ecosistema di Capri?

«Sicuramente con due milioni di turisti all'anno il problema della tutela dell'ambiente si manifesta: non tutti hanno la civiltà, l'educazione di riciclare l'immondizia. Non abbiamo mai avuto problemi gravi nella gestione dei rifiuti. Ma vogliamo dare un segnale, con la risonanza che ha l'isola di Capri, per intervenire su un problema mondiale. Abbiamo sentito il dovere di farlo».

Come si sono mossi gli altri comuni del Golfo di Napoli?

L'isola di Procida ha adottato precedentemente un'ordinanza simile. I sei comuni dell'isola di Ischia sono in via di approvazione. Ustica, la stessa città di Napoli, la costiera sorrentina hanno preso coscienza del problema e so che stanno intervenendo».

Ma è sufficiente per risolvere i problemi ambientali delle zone iper-turistiche come la vostra?

«Adesso il nostro obiettivo è far riconoscere l'area marina protetta intorno a Capri. I contatti con il ministero sono ripresi nei giorni scorsi. Quest'area servirà per tutelare le nostre coste, il nostro mare. Capri è piccola come isola e l'impatto di navi e turisti è forte».

«L'arrembaggio che subiamo ci pone in una situazione di necessità per regolamentare sia gli afflussi da diporto, sia i collegamenti marittimi commerciali. Sono un grosso problema soprattutto nelle prime ore della mattina, al porto di Marina Grande si crea una situazione caotica, difficile da sopportare per i cittadini. E i risvolti negativi si manifestano anche nell'ambiente».

Perché non avete ancora emanato nessun regolamento in tal senso?

«Purtroppo la regolamentazione degli sbarchi, gli orari e i collegamenti dipendono principalmente da Regione e Capitaneria di porto. Noi partecipiamo in quanto siamo i veri protagonisti di questa realtà e conosciamo empiricamente il problema. Una regolamentazione efficace permetterà anche ai turisti di vedere Capri in maniera diversa, più bella e vivibile. Adesso non è così nei momenti di punta, soprattutto nei mesi estivi».

Torniamo all'ordinanza plastic free, cosa prevede?

«L'ordinanza sarà attiva tra 90 giorni, diamo tempo alle attività commerciali di smaltire le scorte di plastica. Dopodiché, sia esercenti, sia cittadini di Capri, sia turisti beccati dalle forze dell'ordine con materiale di plastica non biodegradabile e compostabile, riceveranno una sanzione tra i 25 e i 500 euro».

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