Chi è Claudia Bugno, la consigliera di Tria nel mirino del M5S

di OPEN

La consigliera del ministro del Tesoro nel mirino del Movimento 5 Stelle per il suo ruolo nel consiglio della Banca Etruria tra il 2013 e il 2015. Per ora, fonti dal Mef parlando della rinuncia, da parte di Bugna, alla nomina in STM. I rapporti con Tria, tanto professionali quanto personali, non sembrano essere in discussione

«Tria non ascolti la sua consigliera multata». Le parole di Stefano Buffagni, sottosegretario agli affari Regionali e deputato Cinque Stelle, puntano i riflettori su Claudia Bugno, un personaggio pressocché sconosciuto al grande pubblico. Personalità che in queste ore ha iniziato a far parlare di sé per alcuni coinvolgimenti poco graditi ai 5 Stelle.


Per quanto il nome Bugno possa non far rizzare le antenne di molti, la sua figura si lega tanto al mondo della politica quanto a quello degli affari. Bugno è consigliera di Giovanni Tria, il ministro dell’Economia e delle Finanze del governo gialloverde, oltre a essere un aspirante membro del cda di STMicroelectronics, l’azienda di componentistica elettronica partecipata dall’Italia e dalla Francia, dal fatturato di oltre 9 miliardi di euro.


Due ruoli che rischiano di traballare a seguito di una piccolo dettaglio sul suo curriculum. Un’esperienza professionale non trascurabile per Buffagni, secondo cui «non è coerente con il governo del cambiamento». Bugno, infatti, faceva parte del Consiglio di amministrazione di Banca Etruria al momento del crac: per mancata vigilanza, la Banca d’Italia le inflisse una sanzione di 121 mila e 500 euro.

Il passato in Etruria e l’imbarazzo del M5s

Mentre sul fronte della Lega regna una silenziosa cautela, dal lato del del Movimento gli animi si sono surriscaldati. Avere una consigliera di Governo coinvolta nell’affaire della Banca d’Etruria – l’Istituto in cui fu vicepresidente il papà della Maria Elena Boschi tanto messa all’indice dopo la bancarotta – non può che mettere in difficoltà i cinquestelle.

«Tutto a posto, ministro Tria?», ironizza Gianluigi Paragone, membro del Movimento e candidato a presiedere la commissione sui rimborsi ai truffati dalle banche. Il suo ruolo da consigliera indipendente di Bugno durò dal febbraio 2013 al febbraio 2015, pochi mesi prima del fallimento della Banca, nel novembre del 2015.

La vicinanza a Tria resta

Secondo le ultime fonti dal Mef, Bugno non ha intenzione di dare le dimissioni dal Ministero dell’Economia e della Finanza. Nessuna dichiarazione, al momento, da parte del ministro del Tesoro Tria, che rappresenta uno dei grandi compromessi fra Lega, 5 Stelle e Quirinale e uno dei nodi sciolti al momento della costruzione del Governo.

Ma i rapporti tra Bugno e Tria sarebbero anche extralavorativi, dato che la consigliera è amica della seconda moglie del ministro del Mef, Mariastella Vicini. Così amica che il figlio di Vicini avrebbe trovato lavoro a novembre in una delle società del marito di Bugno, Pier Andrea Chevallard. Situazione che è costata alla consigliera anche un’accusa di conflitto di interessi, oltre a quella di aver riservato un trattamento di favore a un proprio conoscente – altro comportamento in contraddizione con i principi originari del M5s.

La rinuncia al STMicroelectronics

Altre fonti del Mef confermano la decisione di Bugno di ritirare la disponibilità all’incarico nell’azienda. Nei giorni scorsi, la consigliera era stata nominata come possibile membro del comitato di STM.

Ma il passo indietro sembra non bastare al Movimento, che, attraverso le parole della Sottosegretaria al Mef Laura Castelli, ha criticato l’eccessiva autonomia della consigliera: «Da quello che so, Bugno ha portato avanti per mesi posizioni molto personali, non coordinate con il resto del governo. In maniera non trasparente e disordinata», ha detto Castelli, riferendosi alle scelte di Bugno sui dossier Alitalia e Tim – argomenti cari al leader Luigi Di Maio.