La Crusca boccia «revenge porn»: si dice «pornovendetta»

Il gruppo Incipit afferente all’Accademia della Crusca ha rigettato l’uso del termine inglese, favorendo invece il corrispettivo italiano, onde evitare l’uso di «forestierismi opachi»

Il gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca, che si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi «incipienti», ha analizzato il testo della nuova legge in materia di «Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti», anche detta legge sul «revenge porn».


«Dobbiamo complimentarci con il legislatore che, nella stesura della norma» – approvata all’unanimità con 461 voti favorevoli – «ha utilizzato parole italiane, organizzate in un testo chiaro e trasparente», si legge nel comunicato ufficiale.


#Incipit La legge sulla diffusione di immagini sessualmente esplicite e la pornovendetta, non "revenge porn"[…] La…

Posted by Accademia della Crusca on Thursday, April 4, 2019

Il testo dell’emendamento fortunatamente «non si avvale di questi forestierismi», mentre la stampa e i media fanno ancora uso dell’espressione «revenge porn», che però non è menzionata all’interno del testo di legge.

No«revenge porn», megliousare «pornovendetta»

Il gruppo Incipitredarguisce dunque i comunicatori e i commentatori: «Non possiamo allo stesso modo complimentarci con una parte dei commentatori, i quali perseverano nell’usare forestierismi opachi: anche nella discussione parlamentare in aula molti degli oratori e delle oratrici hanno fatto sfoggio dei terminisexting,revenge porn,slut shaming».

«Spesso revenge porn viene affiancato all’equivalente italiano, che esiste, ed è “pornovendetta”. “Pornovendetta” ha già largo corso sui giornali e nella Rete, e noi suggeriamo di adottare la forma univerbata, più specifica rispetto alla grafia “porno vendetta”», suggerisce infine l’Accademia.

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