La Crusca boccia «revenge porn»: si dice «pornovendetta»


Il gruppo Incipit dell’Accademia della Crusca, che si occupa di esaminare e valutare neologismi e forestierismi «incipienti», ha analizzato il testo della nuova legge in materia di «Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti», anche detta legge sul «revenge porn».
«Dobbiamo complimentarci con il legislatore che, nella stesura della norma» – approvata all’unanimità con 461 voti favorevoli – «ha utilizzato parole italiane, organizzate in un testo chiaro e trasparente», si legge nel comunicato ufficiale.
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Il testo dell’emendamento fortunatamente «non si avvale di questi forestierismi», mentre la stampa e i media fanno ancora uso dell’espressione «revenge porn», che però non è menzionata all’interno del testo di legge.
No«revenge porn», megliousare «pornovendetta»
Il gruppo Incipitredarguisce dunque i comunicatori e i commentatori: «Non possiamo allo stesso modo complimentarci con una parte dei commentatori, i quali perseverano nell’usare forestierismi opachi: anche nella discussione parlamentare in aula molti degli oratori e delle oratrici hanno fatto sfoggio dei terminisexting,revenge porn,slut shaming».
«Spesso revenge porn viene affiancato all’equivalente italiano, che esiste, ed è “pornovendetta”. “Pornovendetta” ha già largo corso sui giornali e nella Rete, e noi suggeriamo di adottare la forma univerbata, più specifica rispetto alla grafia “porno vendetta”», suggerisce infine l’Accademia.