Torre Maura, un giovane residente alza la voce contro CasaPound

Il ragazzo, di quindici anni appena, si è fatto largo tra la folla. A braccia conserte di fronte ad alcuni esponenti di estrema destra e al loro portavoce: «Io ragiono co’ a testa mia. Nun me devo fa spigne da voi. Sì, perché voi spignete la gente pe’ na manciata de voti»

Nella protesta generalizzata dei residenti del quartiere Torre Maura, alla periferia est di Roma, per il caso dei cittadini di etnia rom che ancora soggiornano nel centro di accoglienza della zona, e che ieri ha visto il trasferimento di alcuni di loro in un altro centro, si è fatto strada tra la folla un ragazzo di quindici anni. Simone, questo il suo nome, ha voluto sfidare Marco Antonini, esponente di CasaPound, mentre era sul posto a dare manforte ai residenti.


Un testa a testa serrato: «Io so' de Tore Maura e non so' d'accordo. Quello che sta a fa' lei è una leva sulla rabbia della gente. A me 'sto fatto che bisogna annà sempre contro la minoranza non me sta bene. Non me sta bene che no. Semo sessanta mijoni».


Antonini allora vuole incalzarlo parlando di fondi europei, tecnicismi e burocrazia. Ma Simone non ci sta: «Ma io c'ho quindici anni, che me frega dei fondi. Io parlo de buon senso. Secondo me nessuno deve esse' lasciato dietro. Né italiani, né rom, né africani, né quarsiasi tipo de persona. Io non c'ho nessuna fazione politica. Io so de Tore Maura»

Alla base del gesto di rabbia di Simone, il fatto che CasaPound «spigne la gente pe' na manciata de voti». «Io invece ragiono co a testa mia». Antonini allora gli fa presente che forse è imboccato dalla tv, ma lui «ma quale televisione, manco la guardo che me s'è rotta».

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