L’Aquila, dieci anni dopo. Storie di resilienza: la casa editrice sopravvissuta al terremoto

La sede, nel centro storico, la notte del 6 aprile 2009 è andata distrutta. Ma i titolari non si sono arresi. E da dieci anni pubblicano un calendario per «raccontare la rinascita di questa città» 

Resistere e investire. Rilanciare e provare. Per Francesca, titolare di una casa editrice a L’Aquila, è questo il comandamento. La sua azienda, portata avanti fin dal 1985 insieme al marito Duilio – e oggi con tre collaboratrici – lotta da dieci anni. Perché il terremoto del 6 aprile 2009 ha colpito persone e cose, e ha messo in ginocchio l’economia. «Il nostro ufficio era in centro, ed è andato distrutto», racconta Elisabetta, oggi collaboratrice della casa editrice aquilana One Group. «Da allora abbiamo cambiato sede più volte», fino ad arrivare ora al Tecnopolo Abruzzese, a dieci minuti dal centro città e vicino all’autostrada per Roma. «In questi dieci anni tante cose sono cambiate», spiega la sua collega Roberta. «Anche le persone. Chi si è spostato, chi ha cambiato vita… Ti ritrovi a ripartire da zero e lo fai solo perché ci credi». Da dieci anni la casa editrice realizza un Calen-diario: immagini e notizie in pillole di tutto quello che è successo a L’Aquila in questo periodo. «Lo chiamiamo cronaca di una rinascita». Quest’anno la copertina è dedicata al Palazzo dell’Emiciclo, simbolo della ripartenza. Le foto sono di Raniero Pizzi. Il calendario viene dato in omaggio. «È il nostro regalo alla città», spiega la titolare, Francesca Pompa, presidente della One Group. «Si tratta di uno strumento di comunicazione per contribuire ad alimentare la fiducia degli aquilani dando testimonianza di come la città, giorno per giorno, anno dopo anno, recupera pezzi della sua identità e della sua storia, 365 giorni di cronaca».