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Agguato a Napoli vicino a una scuola, la preside: «È un morto annunciato. Ce l’abbiamo tutti sulla coscienza»

09 Aprile 2019 - 12:57 Redazione
Un morto e un ferito nella sparatoria avvenuta questa mattina nel quartiere Ponticelli di Napoli a pochi passi dall'istituto Vittorino da Feltre. 

Un uomo morto e un altro ferito. È questo il bilancio dell’agguato nel Rione Villa, nel quartiere di Ponticelli a Napoli. Secondo le prime notizie le persone coinvolte sarebbero padre e figlio. La vittima, Luigi Mignano, 57 anni, è considerato vicino al clan Rinaldi egemone della zona. Il figlio, Pasquale, 32 anni, è rimasto ferito alle gambe ed è ricoverato all’ospedale del Mare. Sul posto dell’agguato è stato ritrovato uno zaino di un bimbo: non si sa ancora se il piccolo era in compagnia dei Mignano o passava di lì per caso.

Le indagini della polizia sono in corso. Luigi Mignano conta diversi precedenti per estorsione, droga e anche per associazione di tipo mafioso. Il figlio invece non avrebbe precedenti ma solo violazioni al codice stradale. I due avrebbero percorso pochi metri visto che la loro casa è poco distante il luogo dell’agguato, in via Ravello.

«La scuola è qui e il morto è a dieci metri. Mi chiedo se questo sia un mondo civile», racconta Valeria Pirone, la preside della scuola Vittorino da Feltre. «L’abbiamo denunciato in tutti i modi possibili. Organizziamo iniziative, ma non ci ha ascoltato nessuno, adesso è arrivato il morto. È un morto annunciato e ce l’abbiamo tutti sulla coscienza. I ragazzi sono terrorizzati e sono qui per tranquillizzarli ma ho paura anche io, perché nessuno ci protegge, nessuno ci ascolta, abbiamo chiesto una camionetta, una video sorveglianza, in queste strade stamattina c’è scappato il morto. Questo è gravissimo».

«Stavo pregano nella cappella quando ho sentito tantissimi colpi di arma da fuoco», racconta Padre Modesto, il parroco della zona. «Sono uscito e ho visto che c’era una persona a terra – racconta – il tutto a pochi metri dalla scuola e dalla chiesa dove gli anziani stavano venendo a messa».

Già un anno fa, Padre Modesto mostrò un proiettile che era finito nel campetto dell’oratorio della sua chiesa, a due passi dal luogo dell’agguato. «Da quel giorno si è sparato tanto ma nessun omicidio – dice – oggi in questa zona c’erano mamme, bimbi che andavano a scuola, anziani che stavano venendo a messa».

«Fino a stamattina eravamo fiduciosi – aggiunge il parroco -. C’era stata la manifestazione anti-camorra un anno fa, l’incontro con Salvini, con la Municipalità, con il sindaco. Insomma sembrava che le forze dell’ordine avessero assicurato maggiore sicurezza invece la situazione, concretamente, non sembra migliorata ma peggiorata. Sto da otto anni in questa parrocchia: si è sparato tanto ma non si era mai ammazzato nessuno. La ferocia è aumentata».

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