Il rapporto di Robert Mueller non condanna né scagiona Trump

di OPEN

Dopo 22 mesi d’indagine, è stato pubblicato il rapporto del procuratore speciale per il Russiagate. Non sembrano esserci prove di collusione e di ostruzione alla giustizia, ma nemmeno elementi dimostrino che non ci siano state

Il rapporto di Robert Muller sul Russiagate è pubblico da qualche ora, c’è fervore nelle redazioni dei giornali statunitensi. Al New York Times e al Washington Post sono all’azione team di giornalisti che stanno passando al setaccio le 448 pagine del documento diviso in due volumi, in appendice parte delle risposte scritte da Donald Trump a Mueller.


Prima della pubblicazione del rapporto da parte del dipartimento di Giustizia, il segretario di Stato alla giustizia, William Barr, ne ha illustrato le conclusioni in conferenza stampa.


«Non ci sono prove sul fatto che un americano qualsiasi – e nello specifico qualche membro della campagna presidenziale di Trump – fosse colluso con il governo russo», ha detto Barr.

Anche se dalle prime informazioni che stanno emergendo dal rapporto sembrerebbe che in realtà il documento non scagioni del tutto il presidente americano perché Mueller ha ammesso che non può garantire che Trump non abbia provato a sabotare le indagini.

Lo stesso Trump avrebbe ammesso nel 2017, quando Mueller fu nominato a capo del Russiagate, di temere l’apertura dell’indagine. «È la fine della mia presidenza», disse Trump e si scagliò contro l’allora ministro della giustizia Jeff Sessions.

«Avresti dovuto proteggermi. Tutti mi hanno detto che questi procuratori indipendenti sono in grado di rovinare la presidenza. È la cosa peggiore che mi sia capitata», dichiarazioni che emergono proprio dal rapporto appena pubblicato di Robert Mueller.

Trump ha ostacolato la giustizia?

Per stilare il rapporto il procuratore ha esaminato 10 episodi che avrebbero potuto mettere in evidenza un’ostruzione alla giustizia da parte di Donald Trump. Nessuno di questi episodi però ha provato l’esistenza di un’ostruzione, ma allo stesso tempo Mueller ammette che l’eventualità non si può escludere.

«Se avessimo la certezza, dopo un’indagine approfondita dei fatti, che il presidente chiaramente non ha commesso ostruzione alla giustizia, lo diremmo», si legge nel documento.

In sostanza Mueller non ha dimostrato che Trump ha commesso un reato, ma nemmeno che non l’ha commesso. Il rapporto precisa anche che a questo punto sta al Congresso intervenire per verificare se ci siano state interferenze.

Le mail hackerate a Hillary Clinton

Secondo il rapporto, non ci sono prove che lo staff di Trump abbia partecipato alla diffusione di mail di Hillary Clinton. In piena campagna elettorale, nel 2016 erano state hackerate e pubblicate circa 20mila mail della candidata dem da parte di Wikileaks. «Nessuna persona associata al presidente Trump ha illegalmente partecipato alla diffusione», si legge nel rapporto.

Le interferenze russe

Se da un lato non è stata provata una collusione tra lo staff di Trump e il governo russo, dall’altro dal rapporto emerge che la Russia ha effettivamente interferito con le elezioni per favore il magnate e sfavorire Hillary Clinton, anche se non ci sono prove che queste interferenze siano state messe in atto in accordo con Trump.

Il rapporto definisce «radicali e sistematiche» le interferenze russe nelle elezioni americane attraverso la diffusione di fake news in rete e i tentativi di screditare la candidata democratica.

La reazione di Trump

Dopo la pubblicazione del rapporto, Trump ha festeggiato sui social con un meme che allude all’immaginario di Game of Thrones dal titolo Game Over. «Nessuna collusione, nessuna ostruzione, per gli hater e l’ala radicale dei democratici liberali», scrive Trump sull’immagine che lo ritrae di spalle come un eroe della celebre serie statunitense.

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