Il sistema Siri-Arata che rischia di inguaiare Matteo Salvini

Dalle indagini in corso emerge una rete di contatti leghisti che – passando dalla famiglia Arata – arriva fino all’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon. Qual è il ruolo del ministro dell’Interno? 

Ci sono tre tweet risalenti al 2017 che chiamano in causa Matteo Salvini nell’affaire Arata, in cui il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri risulta indagato per corruzione. Era il 16 luglio 2017 quando l’allora segretario della Lega nord sosteneva Paolo Arata – ex forzista, docente di ecologia e imprenditore nel settore dell’energia e dei rifiuti – ospitandolo a un convegno leghista a Piacenza. 


Il sistema Siri-Arata che rischia di inguaiare Matteo Salvini foto 1

Dietro l’hashtag #Arata, l’attuale ministro dell’Interno rilanciava il video dell ’intervento dell’ex deputato di Forza Italia twittando prima sul tema ambiente da vedersi in chiave di «sviluppo e non di blocco», poi lanciando un monito ai decisori politici dell’allora esecutivo: «La politica riprenda in mano la gestione dell’energia: costi reali per le famiglie». E, infine, proponendo un «progetto energetico basato sulla riduzione delle bollette», questioni di cui andava discorrendo l’imprenditore genovese ospite della Lega al convegno Facciamo squadra, costruiamo il futuro.


Sul canale YouTube di Matteo Salvini, nell’archivio dei video postati, è ancora presente l’intervento di Arata che certifica una conoscenza e un sostegno reciproco che ora mette in imbarazzo il leader leghista in prima persona. Oltre che indirettamente per via dei rapporti frequenti tra Arata e Siri, fedelissimo di Salvini, ora indagato dalla procura di Roma e da quella di Palermo per una presunta mazzetta da 30mila euro per modifiche normative, per presunti finanziamenti alla latitanza di Matteo Messina Denaro e per una possibile “protezione” dal boss mafioso.

Secondo il M5s, che ora chiede le dimissioni di Siri, a quel convegno leghista col «faccendiere» impegnato nel settore dell’energia, il senatore della Lega arrivò pubblicamente a dichiarare: «Dobbiamo mettere i nostri uomini nei posti giusti». «Questo – sostengono i 5 Stelle – apre molte ombre sul processo di selezione della classe dirigente della Lega. Questa è una macchia gigantesca su cui ci auguriamo Salvini chiarisca quanto prima».

Stando a quanto scrive il Fatto Quotidiano oggi, 19 aprile, l’invito di Paolo Arataa quel convegno diPiacenza fa passare un messaggio chiaro: «Il parlamentare ormai 69enne di FI è l’uomo dell’energia di Salvini, colui il quale ha steso il programma del partito sull’energia. Il manager che, al primo giro di nomine nel luglio 2018, doveva finire alla presidenza dell’Autorità dell’Energia».

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Ad Arata i pm ora contestano di essere il prestanome di Vito Nicastri, “il re dell’eolico” in Sicilia, condannato in via definitiva per i reati di corruzione e truffa aggravata, commessi in relazione a iniziative imprenditoriali nel settore delle rinnovabili. A lui è stato sequestrato un patrimonio di 1,3 miliardi di euro perché ritenuto vicino al boss mafioso Matteo Messina Denaro. La domanda che è arriva da più parti ora è questa: Matteo Salvini sapeva o non sapeva chi era veramente il professore Arata e a chi era legato?

Ma ilegami tra Salvini e la famiglia Arata vanno al di là del rapporto con Paolo Franco Arata. Un altro membro della famiglia Arata, di nome Federico, farebbe parte dell’entourage di Steve Bannon, ex capo stratega di Donald Trump, diventato consulente dei movimenti sovranisti in Europa e alleato di Salvini. Per il quotidiano britannico The Independent, prima di darsi alla politica, Federico Arata – oggi residente a Londra – aveva lavorato per Credit Suisse. Il quotidiano La Stampa riporta invece le dichiarazioni di Ted Malloch, il faccendiere sovranista americano residente a Londra, amico personale di Farage, che è stato coinvolto nel Russiagate. Malloch si è definito “consulente informale di Salvini” e ha parlato di Arata come «collega e forte sostenitore del governo gialloverde».

Nella rete di leghisti liguri di Bannon figura anchel’amico della famiglia Arata finito nell’occhio del ciclone: Armando Siri.In un’intervistaal Corriere della Sera, risalente al dicembre del 2018, Bannon aveva dichiarato di aver incontrato Siri negli Stati Uniti nell’autunno. Un incontro in cui i due avevano parlato del progetto di Bannon per una scuola per sovranistinelcomune di Collepardo, in provincia di Frosinone, per cui la scuola leghista di formazione politicaideata dallo stesso Siri poteva servire come possibile modello. Altro modello citato dall’ex stratega della casa Bianca per il suo progetto formativo in Italia è la scuola di MarionMaréchal, nipote di Marine, pilastro del neo-sovranismo francese, efidanzata di Vincenzo Sofo, leghista molto vicino a Salvini.

Sarebbe proprio Siri a fungere da tramite tra Matteo Salvini e Steve Bannon. Ex giornalista di Mediaset, Siri comincia la sua carriera politica nel Carroccionel 2010 quando, dopo il fallimento della società di sua proprietà MediaItalia e dopo aver fondato un movimento chiamato Italia Nuova, viene eletto senatore con la Lega.Siri è stato strumentale nella creazione di una Lega italiana, nella promozione del “marchio” Lega al Meridione, grazie anche alla scuola politica da lui ideata. Una missione in cui è riuscito nonostante le sue origini liguri.

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