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Siri si difende: «Ho agito nel pieno rispetto della legge». Ma Morra ipotizza la fine del governo

23 Aprile 2019 - 12:32 Redazione
Il confronto politico tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sul caso del sottosegretario leghista indagato per corruzione ci sarà nel consiglio dei Ministri. Il presidente della commissione Antimafia dice: «Tra il mantenere un esecutivo che manda messaggi equivoci e il far capire che la prima emergenza di questo Paese è combattere le organizzazioni mafiose, il M5S non avrà esitazione»

L'ultima volta in cui il sottosegretario Armando Siri e il presidente del Consiglio Conte si erano trovati nello stesso posto era stato giovedì scorso, a Palazzo Madama. Il premier rispondeva alle interrogazioni della minoranza sulla situazioni in Libia e l'esponente del Carroccio lo aveva ascoltato seduto tra i banchi dei senatori leghisti invece che quelli del governo.

Difficilmente oggi i due si vedranno a palazzo Chigi per il consiglio dei Ministri sul decreto Crescita ma sicuramente si parlerà del caso Siri, a cui il ministro delle Infrastrutture Toninelli ha tolto le deleghe appena emersa la notizia dell'indagine a carico del sottosegretario per presunte tangenti.

Con un post su Facebook Armando Siri si è difeso dalle accuse, facendo intendere di non volere dimettersi: «Sono consapevole di aver sempre svolto il mio lavoro nel pieno rispetto della legge e continuerò a farlo con passione (…) Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura e sono certo che tutto potrà risolversi al più presto, per continuare a dare il mio personale contributo al cambiamento urgente di cui ha bisogno il nostro Paese. Io ci sono e vi assicuro che non mollo».

https://www.facebook.com/ArmandoSiri/photos/a.674781742558058/2106974276005457/

Il presidente del Consiglio Conte aveva annunciato di volere un confronto con il sottosegretario Siri, ma al momento non c'è stato. «Chiederò a lui chiarimenti e all'esito di questo confronto valuteremo – aveva detto dopo l'ultimo consiglio dei Ministri – Il contratto prevede che non possono svolgere incarichi ministri, e io dico sottosegretari, sotto processi per reati gravi come la corruzione».

Proprio per l'accusa di corruzione gli esponenti del Movimento 5 Stelle avevano chiesto le dimissioni dal suo ruolo di sottosegretario. Nicola Morra (M5S), presidente della commissione Antimafia alla trasmissione di RaiTre Agorà ha ipotizzato addirittura la fine del governo gialloverde.

«Se Armando Siri dovesse restare al suo posto si dovrebbe far cadere il governo Lega-M5S? Secondo me sì, problemi non ce ne saranno perché tra il mantenere un esecutivo che manda messaggi equivoci e il far capire che la prima emergenza di questo Paese è combattere le organizzazioni mafiose, il M5S non avrà esitazione alcuna nello scegliere in coerenza con i valori fondativi del movimento».

Luigi Di Maio voleva un chiarimento politico con Matteo Salvini su questa questione e secondo alcuni retroscena sui quotidiani, sarebbe pronto a chiedere all'alleato di governo una scelta netta. Ma il segretario leghista ha sempre difeso Siri e difficilmente rinuncerà ad avere un sottosegretario del Carroccio al ministero delle Infrastrutture.

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