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Un registro mondiale per le donne impegnate nella scienza

23 Aprile 2019 - 23:52 Redazione
L'impegno di 500 Women Scientists contro la discriminazione di genere nella comunità scientifica ha portato alla realizzazione di una banca dati con migliaia di iscritte provenienti da 133 Paesi e rappresentanti di 174 discipline

Finora le iscritte sono 7.500. Provengono da 133 Paesi e rappresentano 174 discipline scientifiche. Sono loro le prime donne impegnate nella scienza il cui nome figura nel primo registro mondiale concepito per valorizzarle. Promosso dall’organizzazione 500 Women Scientists, obiettivo del registro è proprio quello di far uscire dall’ombra le tantissime scienziate, ricercatrici e studiose che a vario titolo stanno dedicando la loro vita a una disciplina scientifica.

Tra queste prime migliaia di iscritte, la maggior parte lavora negli Stati Uniti e si occupa di biologia. Per ora le italiane sono 37, stando a quanto si legge nel bilancio dell’iniziativa pubblicato sulla rivista Plos Biology dal gruppo dell’università del Colorado coordinato da Elizabeth McCullagh.

La banca dati, nata nel gennaio 2018, si chiama ”Richiedi uno scienziato donna” ed è stata promossa per stabilire un filo diretto tra le ricercatrici con il mondo dei media e con la società in generale. «L’obiettivo è aumentare la presenza delle donne di scienza nei mezzi di comunicazione e più in generale nella sfera scientifica – ha affermato McCullagh -. Si tratta in sostanza di rendere le ricercatrici più raggiungibili da chi ha bisogno del parere di un esperto».

Il registro mondiale delle scienziate è pubblico e contiene gli indirizzi e-mail delle ricercatrici e la loro area di specializzazione. La speranza di 500 Women Scientists in questo modo è quella di riuscire a superare alcuni luoghi comuni come «lo stereotipo che ancora oggi fa associare all’immagine di uno scienziato quella di un uomo bianco».

Tra le 37 italiane già presenti nella banca dati, la maggior parte risulta attiva tra Lombardia, Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. I loro settori di ricerca sono svariati così come diverse sono le loro specializzazioni. Si va dalla cosmologia alla neurochirurgia passando per la fisica teorica e fotonica applicata alla tutela dei beni culturali, fino alla geoetica.

Secondo un sondaggio usato per fare il bilancio del primo anno di attività della banca dati, pubblicato recentemente su Plos Biology, sono state intervistate 1278 aderenti all’iniziativa. Di queste, per ora, solo in 150 (11%) hanno detto di essere state contattate per essere invitate a commentare notizie di scienza o per partecipare a eventi di divulgazione scientifica. Ma il registro mondiale è stato consultato oltre 100mila volte e si tratta comunque di un piccolo importante passo contro la discriminazione di genere.

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