Caso Siri, depositata l’intercettazione contestata «agli atti altri quattro audio»

Secondo Il Quotidiano del Sud, ci sarebbero altre quattro intercettazioni ambientali che chiamano in causa il sottosegretario alle infrastrutture della Lega, Armando Siri, indagato nell’inchiesta sull’eolico dalla procura di Roma insieme all’ex deputato Paolo Arata e al figlio Francesco

Quattro conversazioni registrate in una villetta di Castellamare del Golfo e in un’auto usata da Francesco Arata: secondo Il Quotidiano del Sud, ci sarebbero altre quattro intercettazioni ambientali che chiamano in causa il sottosegretario alle infrastrutture della Lega, Armando Siri, indagato per corruzione nell’inchiesta sull’eolico dalla procura di Roma insieme all’ex deputato Paolo Arata e al figlio Francesco.


Le intercettazioni, dunque, esistono. E non sono false, scrive Francesco Viviano sul Quotidiano del Sud. Non sono ancora state depositate agli atti dell’inchiesta ma presto lo dovrebbero essere. Lo testimonia anche il fatto che la procura di Palermo ha trasmesso gli atti dell’inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dall’ aggiunto, Paolo Guido, a quella di Roma.


Oggi, venerdì 26 aprile, è avvenuto il deposito presso il tribunale del Riesame di Roma di alcuni atti tra cui l’intercettazione finita al centro delle polemiche dopo l’accusa del giornale La Verità, secondo il quale l’audio non esisterebbe.

La querelle sui giornali

«L’intercettazione che accusa Armando Siri di essersi fatto corrompere con 30 mila euro non esiste», aveva scritto nei giorni scorsi Maurizio Belpietro, in prima pagina sul suo quotidiano La Verità. Belpietro rilevava infatti che nelle intercettazioni depositate non ci fosse la frase testuale a proposito di Siri e attribuita all’imprenditore Paolo Arata: «Ci è costato 30mila euro».

Nel provvedimento del pubblico ministero Mario Palazzi, pubblicato dal Corriere della Sera, (il medesimo documento era stato pubblicato anche da Open giorni fa), si parla della frase senza citarla esplicitamente: «Armando Siri è indagato […] per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, asservendoli a interessi privati […] proponendo emendamenti contenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto “minieolico” – riceveva indebitamente la promessa e/o dazione di 30.000 euro da parte di Paolo Franca Arata […]». Il Corriere ha parlato di «tentativi di delegittimazione arrivati da più parti»: il contenuto di quelle frasi esiste, anche se non necessariamente testuale. Su questo la magistratura sta indagando.

In copertina Alessandro Di Meo/Ansa | Armando Siri in una immagine del 29 novembre 2018.

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