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Scoperti i resti di una “civiltà” sconosciuta in due isole greche

26 Aprile 2019 - 22:10 Redazione
Dopo quattro anni di scavi sarebbero emerse nelle isole Keros e Dascalio tracce di una cultura che non è stata ancora studiata. Anche se i risultati dello studio non sono ancora definitivi 

Come annunciato dal ministero della cultura greco si sono conclusi i lavori di scavo durati quattro anni nelle isole Keros e Dascalio nell’arcipelago delle Piccole isole Cicladi. Quel che è venuto fuori sono i resti di quella che potrebbe rivelarsi una “civiltà” non ancora conosciuta, dagli insediamenti risulta anche che fosse altamente sviluppata.

Scoperti i resti di una

Michael Boyd / The Cambridge Keros Project | Keros, Grecia

La datazione delle strutture si aggira tra il 2750 e il 2550 a.C. Di questi monumenti ritenuti «insolitamente sofisticati» si faceva già menzione in un articolo pubblicato nel gennaio 2018 dall’Università di Cambridge che seguiva gli scavi su Keros. Il team di archeologi è stato guidato da Colin Renfrew, uno dei più rinomati archeologi dei nostri tempi.

Scoperti i resti di una

Michael Boyd / The Cambridge Keros Project | I lavori degli archeologi a Keros, Grecia

Precisiamo comunque che i risultati sono ancora da ritenersi preliminari e secondo alcuni archeologi per il momento sarebbe meglio parlare di una nuova “cultura” piuttosto che vera e propria civiltà. Sul promontorio piramidale di Dascalio si trovavano opere monumentali. Gli architetti vi costruirono delle terrazze che dovevano far sembrare il complesso una piramide a gradoni. In tutto gli abitanti importarono oltre mille tonnellate di pietre dalla vicina Naxos, situata a circa 10 chilometri di distanza.

Scoperti i resti di una

Michael Boyd / The Cambridge Keros Project | I resti ritrovati a Keros, Grecia

Si tratta del più grande complesso finora conosciuto nelle isole Cicladi, si ipotizza quindi che dovesse essere un punto di riferimento per i navigatori e mercanti del tempo. Oltre a questo era dotato di complessi sistemi di drenaggio delle acque, anche se è da capire ancora se servissero a gestire quelle pulite o fognarie. La ragione di queste costruzioni imponenti potrebbe essere collegata alla presenza di un santuario nelle vicinanze.

Scoperti i resti di una

Michael Boyd / The Cambridge Keros Project | I resti ritrovati a Keros, Grecia

Gli abitanti dovevano essere degli abili lavoratori di metalli, come si evince dal ritrovamento di due officine, che potevano raggiungere alte temperature grazie a fiamme alimentate dai forti venti che caratterizzano la zona. Finora sapevamo che nell’area doveva essere esistita più tardi la civiltà minoica, di cui sappiamo molto poco. Non sappiamo ad esempio da dove abbia avuto origine.

Scoperti i resti di una

Michael Boyd / The Cambridge Keros Project | I resti ritrovati a Keros, Grecia

Come nel caso dei minoici, anche per questa “civiltà” ci troviamo di fronte a edificazioni sofisticate, come comparse dal nulla, senza avere tracce intermedie. La scoperta rappresenta quindi una nuova sfida per archeologi e storici.

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