Il software di Amazon che decide chi licenziare

di OPEN

La multinazionale di Jeff Bezos è di nuovo sotto i riflettori per alcuni documenti che attestano il licenziamento di oltre 900 dipendenti in seguito alle segnalazioni automatiche di inefficienza

I centri di smistamento merci di Amazon sono dei magazzini smisurati. Al loro interno lavorano operai che tracciano, imballano e sistemano ogni ordine prima che venga spedito agli indirizzi dei clienti. Secondo alcuni documenti ricevuti dalla rete di informazione The Verge, la sorte di ogni dipendente dipende da un software che ne misura i livelli di produttività. 


Il software è programmato per segnare il ritmo di ogni operaio, chiamato a rispettare un numero minimo di un centinaio di confezionamenti ogni ora. A essere tracciati sono anche i momenti in cui il dipendete si assenta per andare alla toilette, indicati con la sigla TOT (“time off task“, tempo passato a non svolgere la mansione): se l’operaio si assenta troppo a lungo, il sistema genera un alert automatico che potrebbe condurre al licenziamento.


«Il sistema di Amazon tiene traccia dei tassi di produttività di ogni singolo lavoratore», si legge in una delle lettere raccolte, «e genera automaticamente avvisi in relazione alla qualità del lavoro o al livello di produttività, senza dover passare per l’intervento dei vari supervisor».

Secondo alcune dichiarazioni riportate nei documenti, tra l’agosto del 2017 e il settembre del 2018, l’azienda avrebbe licenziato centinaia di dipendenti dello stesso stabilimento per non aver rispettato le quote di produttività. Dopo allora, altri 300 impiegati fulltime sarebbero stati mandati a casa per lo stesso motivo.  

«Avrai sempre qualcuno alle tue spalle pronto a prendere il tuo posto», ha detto Stacy Mitchell, co-direttrice dell’Institute for Local Self-Reliance e feroce critica di Amazon e del sistema che promuove, in cui le persone vengono considerate meri numeri. 

Tra i documenti ricevuti da The Verge, compare una lista di oltre 900 nomi licenziati per «produttività» o per «andamento della produttività» – cioè per una serie più lunga di problemi relativi all'”inefficienza”. Secondo quanto dichiarato da Amazon, l’elenco stilato è più ampio rispetto al vero, a causa di un errore durante la redazione della lista. 

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