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La ciocca di Leonardo: una fake news planetaria o no?

02 Maggio 2019 - 18:01 Juanne Pili
Secondo alcuni ricercatori si tratta dei capelli appartenuti a Leonardo, secondo il direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt si tratta di una «cosa sciocca». Cerchiamo di capire cosa sappiamo davvero, in attesa di ricevere ulteriori approfondimenti

Ci sono ancora diversi punti da chiarire riguardo alla presentazione di una presunta ciocca di capelli attribuita a Leonardo da Vinci, da cui si pensa addirittura di poter ricavare del Dna analizzabile, dopo 500 anni dalla sua scomparsa. Visto che girano ancora non pochi falsi miti su questo personaggio di cui si commemora la scomparsa, la prudenza non è mai troppa, come sembrano suggerire le recenti affermazioni deldirettore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt:

Questa faccenda della ciocca diLeonardo da Vinciè una cosa sciocca, nessuno specialista ci crede. La tradizione di collezionare delle ciocche di famosi personaggi oppure dei propri cari risale al Romanticismo, quindi all’Ottocento. Sarebbe stato un gesto completamente fuori epoca nel Rinascimento, quando qualcosa di simile accadeva solo per i santi, di cui si tenevano parti del corpo, ma sicuramente non nel caso di grandi scienziati e artisti.

La ciocca nota come«Les Cheveux de Leonardo da Vinci», presentata alla «Biblioteca Leonardiana di Vinci» sembra essere ritenuta autentica dal direttore del «Museo Ideale Leonardo da Vinci» Alessandro Vezzosi.La reliquia era segretamente conservatain una collezione americana. Assieme a Vezzosi anche la storica Agnese Sabato, presidente della associazione «Leonardo da Vinci Heritage», a cui si deve la scoperta nel 2016 dei presunti discendenti viventi di Leonardo. Sabato va oltre affermando che «sarebbe possibile procedere nella ricerca del suo Dna», mentre Schmidt esclude che se ne possa ricavare qualcosa di attendibile.

Non lasciamoci prendere troppo dall’entusiasmo per Leonardo da Vinci. Questa della ciocca è una cosa che non vale nemmeno la pena di essere analizzata.

Le «due verità» sulla ciocca di Leonardo

Sarebbe comodo chiuderla qui, proponendo ai lettori l’esistenza di «due verità», ma non è così. Cerchiamo di capire cosa è fondato e cosa assolutamente no nelle affermazioni che stanno circolando in rete in merito, non solo sulla ciocca attribuita a Leonardo ma anche sui suoi presunti discendenti viventi.

Le argomentazioni di Schmidt non sono di poco conto, visto che non è ancora chiaro come è stato appurato che la ciocca appartenga a Leonardo. I suoi resti erano conservati nella Cappella di Saint-Florentin fino alla Rivoluzone francese quandoscomparvero. Nel 1863 il poeta francese Arsène Houssaye credette di averli ritrovati mentre scavava in un sito presso la stessa Cappella, così le ossa vennero seppellite nella cappella di Saint-Hubert, ma non sappiamo se si trattasse davvero dei suoi resti.

I discendenti di Leonardo

I presuntidiscendentisarebbero stati trovati a partire dal Dna del padre Ser Piero e del fratello Domenico, la ricerca durata 40 anni si basa sulle documentazioni raccolte sull’albero genealogico. Leonardo non aveva suoi discendenti. Sarebbe più corretto parlare dei discendenti del fratello o del padre. Tra questi si contano 35 persone, compreso il regista Franco Zeffirelli. Sarebbe interessante incrociare tutti questi dati per vedere se effettivamente combaciano tra loro: presunti resti di Leonardo, Dna dei presunti discendenti e presunta ciocca di capelli. Non neghiamo che ci sia l’intenzione di farlo, ma constatiamo che tali verifiche ancora non sono state fatte.

Estrarre Dna da una ciocca di capelli?

Come si può estrarre Dna da una ciocca di capelli? L’unica cosa che possiamo fare e cercare tracce genetiche nelle radici. I capelli non possono contenere Dna. Questa ciocca doveva dunque essere stata strappata dalla testa di Leonardo e conservata per tutti questi 500 anni in maniera adeguata.

Secondo quanto riporta la società Home Dna Direct il tasso di successo nei test del Dna estratto dai capelli nel breve periodo è del 60%, inoltre l’azienda raccomanda di non presentare campioni tagliati o presi da una spazzola perché «potrebbero non funzionare». Ricordiamo che noi invece dovremmo ricavare il Dna da una ciocca di 500 anni fa, di cui non conosciamo lo stato di conservazione e su cui si nutrono forti dubbi di autenticità.

Secondo uno studio pubblicato su PlosOne nel 2016 sarebbe possibile comunque dedurre dei caratteri univoci dalle proteine contenute nei capelli, da cui si potrebbero collegaredeterminate caratteristiche genetiche, non si parla però di un test genetico vero e proprio. Resta comunque un dato importante, perché se il Dna delle radici tende a degradarsi nel lungo periodo, i capelli invece possono conservarsi nei secoli, al pari di ossa e denti.

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