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Bufale e falsi miti su Leonardo Da Vinci – Un fact checking attraverso le opere

02 Maggio 2019 - 07:46 Juanne Pili
Per ricordare i 500 anni dalla scomparsa di Leonardo Da Vinci abbiamo passato in rassegna alcuni falsi miti che ruotano attorno alle sue opere, ritenuti plausibili per tanto tempo, nonostante fossero privi di fondamento

Sono tante le leggende nate attorno alla figura di Leonardo Da Vinci di cui ricordiamo la scomparsa, avvenuta il 2 maggio di 500 anni fa. Alcune possono far sorridere, ci sono tesi di complotto alimentate anche dal successo del romanzo Il codice Da Vinci di Dan Brown, dove vediamo Leonardo tra gli adepti di una oscura setta denominata «il Priorato di Sion», della cui esistenza non abbiamo alcuna prova.

Così col tempo è come se fossero esistiti tanti Leonardo, a seconda delle convinzioni personali: abbiamo, tra gli altri, il “Leonardo vegetariano” e quello che scrive da destra verso sinistra per tenere segrete le sue scoperte. In realtà per Leonardo era più comodo scrivere in quel modo, perché era mancino. Vi sono altre leggende che per lungo tempo sembravano avere dei riscontri, ma sono tutte crollate quando si è cominciato a verificarle sul serio, tre in particolare riguardano presunti indizi presenti in due opere e la sua sessualità.

Leggende sulla Gioconda

L’emblematico sorriso della Gioconda e l’identità stessa della donna raffigurata nel dipinto hanno ispirato tante ipotesi e congetture. C’è chi diceva per esempio che si trattasse davvero di Monna Lisa (Lisa Gherardini). C’è chi ha sostenuto che si trattasse in realtà di Bianca Giovanna Sforza. Alcuni indizi ricondurrebbero alla donna, anche a livello geografico: nello sfondo si vede un ponte, identificato come il «ponte Gobbo», situato sul fiume Trebbia, ricostruito nel 1472 dopo un’inondazione.

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Museo del Louvre |Il ponte raffigurato dietro la Gioconda. Riuscite a vedere i numeri “7” e “2” sotto le arcate?

Secondo alcune versioni, sotto due archi del ponte si vedrebbero le lettere «7» e «2», a indicare proprio l’anno della ricostruzione, inoltre nell’occhio destro della Gioconda si vedrebbero le iniziali «LV» e in quello sinistro «SG», rispettivamente le iniziali di Leonardo e della Sforza. Altre versioni indicano una «L» nell’occhio sinistro e una «S» nel destro. Del caso si occupò nel 2011 il presidente del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni pseudoscientifiche) Massimo Polidoro.

C’è una parola, di grande interesse dal punto di vista antropologico, che basta a spiegare perché sono stati colti questi indizi nel quadro: pareidolia, quel fenomeno cognitivo che ci fa vedere nelle nuvole forme di animali e volti. Il nostro cervello funziona proprio così: cercando di dare senso anche a ciò che si presenta in maniera del tutto caotico e casuale.

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Museo del Louvre |Gli occhi della Gioconda nasconderebbero le iniziali dell’autore e della donna ritratta

Inoltre Leonardo non avrebbe potuto conoscere la struttura del ponte prima del 1472, come spiega lo stesso Polidoro nel suo articolo:

Leonardo prima di quella data era un ragazzo che faceva il suo apprendistato nella bottega del Verrocchio, a Firenze.

Qualcuno ha poi ipotizzato delle sorprese, piuttosto scabrose, anche nel sorriso. Le labbra della donna in realtà non sarebbero altro che il fondoschiena di uno degli amanti o dei modelli di Leonardo. Il tutto si basa anche su un’altro falso mito: quello della sua presunta omosessualità. Resta il mistero del motivo per cui Leonardo avrebbe dovuto dipingere un sedere nella bocca della Gioconda, visibile solo rovesciando il quadro di 90 gradi e fissandolo intensamente da vicino.

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Museo del Louvre |Grazie alla pareidolia un sorriso può trasformarsi in un fondoschiena (Sic!)

La presunta omosessualità di Leonardo

Almeno la tesi in base alla quale Leonardo sarebbe stato gay ha un minimo di riferimenti documentati, solo che riguardano delle illazioni presentate contro di lui durante un processo. Venne accusato assieme ad altri amici di sodomia ai danni del diciassettenne Jacopo Saltarelli nel 1467. Le accuse non vennero mai dimostrate e Leonardo venne poi assolto.

Eppure questa convinzione si è radicata anche diversi secoli dopo la sua morte, tant’è vero che lo stesso Sigmund Freud trovò, in un suo dipinto e nell’analisi del sogno d’infanzia che lo stesso Leonardo descrisse, gli indizi della sua presunta omosessualità.

Questo scriver si distintamente del nibbio par che sia mio destino perché nella prima ricordazione della mia infanzia e mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venisse a me e mi aprissi la bocca con la sua coda e molte volte mi percotessi con tal coda dentro alle labbra.

Queste riflessioni sono state poi pubblicate da Freud nel saggio Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci. Il sogno riguardava un uccello la cui coda lambiva la sua bocca, lo stesso volatile si vedrebbe anche nel dipinto dell’artista intitolato Sant’Anna con la Vergine e il Bambino. Difficile non vedere un bias cognitivo nel padre della psicoanalisi, dettato anche dalla pareidolia: effettivamente il velo che avvolge le due donne nel dipinto ricorda la forma di un uccello.

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Museo del Louvre |Nel dipinto Sant’Anna con la vergine e il bambino vediamo un velo la cui forma ricorda quella di un volatile.

Inventore, sognatore o innovatore?

Spesso Leonardo viene ricordato come grande inventore di macchine formidabili, ma al lato pratico tutti i macchinari che riuscì davvero a far funzionare erano perfezionamenti di prototipi già esistenti: ad esempio perfezionò le gru dell’epoca dotandole di contrappesi (gru a doppio braccio), permettendo di sollevare maggiori carichi col minimo sforzo (è il principio dei moderni ascensori).

Non inventò una sorta di automobile ante litteram, bensì un carro semovente che doveva servire per muovere oggetti di scena durante le rappresentazioni artistiche, Leonardo infatti si fece apprezzare – soprattutto alla corte di Ludovico il Moro a Milano – come grande scenografo e – diremmo oggi – «esperto di effetti speciali».

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Museo della Scienza e della Tecnologia, Milano |Gru a doppio braccio

Altri macchinari davvero innovativi non ebbero successo: il suo «ornitottero», una macchina che doveva simulare il battito d’ali degli uccelli, non sappiamo con certezza nemmeno se lo sperimentò mai, tanto meno la sua «vite aerea», anche se il principio di funzionamento è oggi usato negli elicotteri.

Resta il fatto che ebbe davvero delle intuizioni che anticiparono i tempi: inventò i ritratti caricaturali, i disegni anatomici «esplosi», che mostrano come ogni parte del copro si inserisce nell’altra. A Leonardo si attribuisce anche un’intuizione che anticipa la nascita della geologia e della paleontologia e che avrebbe descritto la vera natura dei fossili.

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Codice Atlantico |Schizzi di Leonardo: l’ornitottero, la vite aerea e il carro semovente.

 

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