Il Tar sospende il prestito al Louvre dell’Uomo Vitruviano di Leonardo

Il ricorso è stato presentato da Italia Nostra, una onlus che difende il patrimonio artistico e culturale italiano

Risale a pochissimi giorni fa il «pacato scambio di opinioni» in commissione Cultura tra i parlamentari Vittorio Sgarbi e Federico Mollicone sull’opera “contesa”. Ma a sospendere de facto il prestito al Louvre dell’Uomo Vitruviano di Leonardo Da Vinci ci ha pensato il Tar del Veneto, che ha accolto il ricorso presentato dalla Onlus Italia Nostra. L’associazione aveva presentato ricorso sostenendo che lo Studio di proporzioni del corpo umano (noto ai più come Uomo Vitruviano, ndr) di Leonardo fosse troppo prezioso per poter affrontare il viaggio dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia a quelle del Louvre, esponendo l’opera a possibili danneggiamenti. L’Uomo Vitruviano doveva esser prestato al museo parigino per una mostra monografica per i 500 anni dalla morte di Leonardo. In cambio, l’Italia avrebbe ricevuto in prestito due ritratti di Raffaello. 


La decisione del Tar del Veneto

Il Tribunale ha deciso di anticipare la discussione in camera di consiglio al 16 ottobre, affinché possa esser presa una decisione definitiva sul caso, al netto del fatto che l’apertura della mostra parigina è prevista per il 24 ottobre. Nel medesimo provvedimento, il Tar ha sospeso anche il memorandum d’intesa, siglato a Parigi dal ministro Dario Franceschini con il museo del Louvre, volto allo scambio dell’opera leonardesca in cambio di due Raffaello. Tale accordo, secondo il Tar, «viola il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro».


Le reazioni del Mibact e del Louvre

E se da Parigi arriva un netto «No comment», ribadendo come la decisione di trasferimento spetti all’Italia, il Ministero per i beni culturali definisce la decisione del Tar «del tutto incomprensibile». «L’accordo firmato a Parigi – spiega il Mibact – è stato esclusivamente il riconoscimento da parte dei ministri di decisioni e atti tutti presi, per parte italiana, dai competenti uffici tecnici del Mibac». Il ministero puntualizza poi come «Il prestito di ogni opera italiana risultava già autorizzato al momento della sottoscrizione dell’accordo che prevede, peraltro, che lo scambio di opere avvenga secondo le specifiche prescrizioni di tutela dettate dai singoli musei». «Una semplice lettura dei documenti dimostra facilmente tutto ciò e all’udienza del 16 ottobre tutto questo emergerà con assoluta chiarezza e trasparenza», ha chiosato infine il Mibact.

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