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Asta da record per la ‘Testa d’orso’ di Leonardo Da Vinci: l’opera venduta per oltre 10 milioni di euro

09 Luglio 2021 - 02:04 Maria Pia Mazza
L'opera è realizzata con la tecnica della punta d'argento, e viene ritenuta dagli esperti il bozzetto che ispirò le fattezze dell'ermellino nel ritratto della dama Cecilia Gallerani

Lo studio della Testa d’orso di Leonardo da Vinci, ritenuto essere il bozzetto che ispirò la realizzazione, un decennio dopo, dell’ermellino presente nel ritratto di Cecilia Gallerani, è stato battuto dalla casa d’aste Christie’s di Londra per 8.857.500 sterline (10.327.845 euro), divenendo così il più costoso disegno leonardesco mai battuto all’asta. L’opera ha infatti superato un altro studio preparatorio del maestro del Rinascimento italiano: il disegno di Cavallo e cavaliere che nel 2001 venne venduto per 8.143.750 sterline sempre dalla casa d’aste londinese Christie’s. Una cifra ritenuta da molti eccessiva per un opera contenuta in un quadrato di 7 x 7 centimetri. Tuttavia, la Testa d’orso è uno degli otto disegni di Leonardo Da Vinci sinora noti che appartiene esclusivamente a collezioni private. E sebbene sia stato dato più volte in prestito temporaneo per alcune mostre, resta di fatto un’opera unica, facendo parte di un quadrittico costituito da Due studi di un gatto e un cane, custodito al British Museum, Un orso che cammina e Studi su una zampa di cane, entrambi visibili alla National Gallery of Scotland. 

La tecnica della punta d’argento

EPA/ANDY RAIN | La Testa d’orso di Leonardo Da Vinci battuta all’asta da Christie’s

Inoltre il bozzetto è stato realizzato con la tecnica della punta d’argento su carta spazzolata da ossa polverizzate di animali. Questo tecnicismo è, in realtà, tra i più complesse da eseguire, perché non lascia spazio ad alcun errore. Come spiegato dall’esperta d’arte Laetitia Masson, la punta d’argento su carta spazzolata venne imparata dal giovane Da Vinci nella bottega del Verrocchio, e prevede l’utilizzo di una finissima mina d’argento che, solcando e tratteggiando questo particolare tipo di carta, richiede un perfetto equilibrio tra pressione, modellazione e gestualità del tratto, non lasciando alcun margine d’errore alla mano dell’artista.

Le similitudini tra la “Testa d’orso” e la Dama con l’ermellino

Dettaglio Dama con l’ermellino e Testa d’orso, Leonardo Da Vinci | © Christie’s

Ma c’è di più. Gli esperti ritengono che lo studio della Testa d’orso venne realizzato intorno al 1480, prima che Da Vinci lasciasse Firenze per approdare alla corte di Ludovico Sforza a Milano, dove realizzò innumerevoli opere, tra cui il ritratto di Cecilia Gallerani, amante del mecenate milanese: la Dama con l’ermellino. E, se messi a confronto, il bozzetto della Testa d’orso e l’ermellino in braccio alla donna presentano diversi punti iconografici in comune. Certo è che il ritratto di Gallerani non venne realizzato con l’animale tra le braccia, ma l’aggiunta sia una trovata simbolica per associare la donna alla candida purezza dell’ermellino. Peraltro, dietro alla scelta dell’ermellino, oltre al valore meramente simbolico si nasconde anche un gioco di parole di Da Vinci. Il cognome Gallerani condivide infatti la stessa radice della parola greca che indica le donnole, famiglia a cui appartengono gli ermellini: «galé».  

Dama con l’ermellino, Leonardo Da Vinci

Foto in copertina: EPA/ANDY RAIN

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