Mattarella fa pace con la Francia, ma i 5 Stelle no: «Le opere di Leonardo non andranno al Louvre»

Il ministro per i Beni e le attività culturali Bonisoli stoppa il trasferimento delle opere del maestro a Parigi: «Preciso che, nel corso della mia visita istituzionale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, nulla è stato deciso da entrambe le parti»

Nuovo capitolo nello scontro fra Italia e Francia: il ministro per i Beni e le attività culturali del M5s, Alberto Bonisoli, ha stoppato il trasferimento delle opere di Leonardo Da Vinci al Louvre. L’annuncio arriva in un momento di pace tra i due Paesi, dopo la “guerra diplomatica” scatenata dall’appoggio del Movimento 5 Stelle ai gilet gialli: il 2 maggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era a Parigi per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, appuntamento che era stato annunciato dal presidente francese Macron durante la trasmissione Che tempo che fa come evento “distensivivo” nei rapporti Italia-Francia. «Sono costretto a smentire le parole del ministro della Cultura francese Franck Riester» – ha scritto il ministro in una nota, aggiungendo – «Resto sorpreso delle dichiarazioni del mio omologo che annuncia il prestito dell’Uomo Vitruviano e dell’Autoritratto di Leonardo al Louvre. Preciso che, nel corso della mia visita istituzionale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, nulla è stato deciso da entrambe le parti».


Il caso Leonardo va avanti da mesi: a dicembre del 2018, il sottosegretario leghista Lucia Borgonzoni aveva precisato che fra Italia e Francia – nonostante un corposo scambio di corrispondenza – non era stato ancora messo nulla nero su bianco: «Quell’accordo non è mai stato formalizzato. Quando sono arrivata ho trovato un fitto carteggio di 1.200 mail. Niente di più». A febbraio Open aveva chiesto all’ufficio stampa del ministero dei Beni culturali se il trasferimento delle opere di Da Vinci in occasionale del cinquecentesimo anniversario della morte sarebbe andato in porto. Dal ministero avevano non erano arrivate conferme né smentite, ma solo un rinvio a un’agenzia di stampa in cui il ministro Bonisoli aveva spiegatato che alcune opere non si sarebbero potute muovere (anche per questioni di sicurezza).


A marzo la situazione sembrava essersi però sbloccata. Maurizio Sansone, responsabile ufficio stampa del Ministero, aveva fatto eco alle parole di Bonisoli, ma in un clima che sembrava di maggiore apertura: «Entro breve tempo i due Paesi prepareranno una lista con le opere che sono compatibili a viaggiare – aveva commentato – L’Italia preparerà una lista con le opere di Leonardo da prestare alla Francia. I transalpini faranno lo stesso con le opere di Raffaello di cui corre l’anniversario il prossimo anno». Alla fine, a quanto pare, non se ne farà più nulla. Intanto la querelle su Leonardo è uscita dai palazzi della politica: il 2 maggio la principale emittente transalpina France2 ha definito il maestro “un genio francese”. Il Tg2 ha risposto in modo piccato: «Non si capisce se trattasi di sbadataggine o della bizzarra versione di uno ius soli che assegna la cittadinanza non alla nascita bensì alla morte, in effetti Leonardo morì in Francia il 2 maggio di 500 anni fa, oppure l’apertura del fronte artistico nell’espansionismo esagonale d’Oltralpe».

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