La Statua della Libertà chiude ai gruppi organizzati

Tra due settimane sarà impossibile per i gruppi organizzati visitare il monumento più famoso d’America. Ogni anno sono circa 4,5 milioni i visitatori

«Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi», così recita il sonetto composto a metà Ottocento da Emma Lazarus, cittadina newyorchese, incise sulla lapide ai piedi della Statua di Libertà, il monumento più iconico degli Stati Uniti.


Le masse oggi non sono più immigrati, ma turisti, non più poveri e disperati e, probabilmente, nemmeno infreddoliti. Ma neanche loro potranno più accedere alla Statua della Libertà e a Ellis Island «in massa», appunto. 


La decisione di bloccare i tour organizzati è stata presa dal National Park Service  (NPS) ed entrerà in vigore tra due settimana, a metà maggio. Secondo Jerry Willis, un portavoce del NPS i tour organizzati creano troppa congestione e finiscono per rovinare l’esperienza turistica.

Le statistiche fornite da Statue Cruises, il servizio di traghetti che collega il Porto di New York con le due isole, parlano di circa 250 mila passeggeri nei tour commerciali nel 2018: dieci volte in più rispetto a un anno fa.

Creata nel 1892 e poi ricostruita 5 anni dopo in mattone dopo che un incendio avesse distrutto la struttura di legno, Ellis Island era stata concepita per controllare gli immigrati, comprese decine di migliaia di italiani, che arrivavano negli Stati Uniti tramite il porto di New York. La Statua della Libertà, inaugurata nel 1886, è stata realizzata da uno scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi.

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