Armando Siri non si dimette. Resiste alla pressioni del Movimento Cinque Stelle che chiede le sue dimissioni da quando il sottosegretario leghista è stato indagato per corruzione. «Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione – ha detto Siri -.La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c'è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza».
Siri è accusato di aver presentato degli emendamenti – mai approvati – per agevolare i finanziamenti al settore dell'eolico. In cambio, il sottosegretario avrebbe ricevuto una tangente da 30mila euro. A pagare sarebbe stato l'ex politico di Forza Italia e attuale responsabile del programma energetico della Lega, Paolo Arata, imprenditore attivo nell'eolico e vicino aVito Nicastri, considerato il prestanome di Matteo Messina Denaro.
«Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi – conclude Siri -Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro».
Leggi anche:
- Caso Siri, la deputata siciliana M5s che ha svelato gli affari mafiosi in Regione: «La politica si svegli» - L'intervista
- Caso Siri, la procura di Roma indaga sui bilanci aziendali di Arata e famiglia
- Quando Siri voleva fare commissario ai cantieri l'imprenditore che l'avrebbe retribuito
- Caso Siri, si indaga sui rapporti di Salvini. Ma sono 4 inchieste a preoccupare la Lega
- Caso Siri, scontro sull'intercettazione decisiva: esiste o no? Eccome: oggi sarà pubblica
- Caso Siri, depositata l'intercettazione contestata «agli atti altri quattro audio»