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Sala, Meloni e Pillon: tutti contro il Festival della canapa

03 Maggio 2019 - 06:31 Redazione
Attacchi da destra e da sinistra al manifesto del 4.20 Hemp Fest che raffigura una foglia di cannabis che sovrasta la scritta: «Io non sono una droga»

Simone Pillon, Giorgia Meloni, il sindaco di Milano Sala, ora anche il Movimento Italiano dei Genitori. Tutti, chi per un motivo, chi per l'altro, contro l'Hemp fest, la Fiera Internazionale della Canapa che si terrà nel capoluogo lombardo da oggi 3 maggio al 5.

«È pericoloso e inaccettabile consentire ai minorenni di partecipare all’Hemp Fest, il festival della cannabis in programma a Milano nei prossimi giorni», scrivono i rappresentati del movimento. «Non possiamo permettere che i nostri figli entrino in contatto con la cannabis, una droga con effetti devastanti per gli utilizzatori. Non possiamo accettare che un minore entri nella fiera della droga!».

Il Movimento ha lanciato una petizione online sul sito dell'organizzazione pro-vita CitizenGo per «chiedere al Prefetto di Milano, Renato Saccone autorizzazioni più restrittive che impediscano totalmente l’accesso ai minorenni alla fiera». Appello che il senatore leghista Simone Pillon ha subito rilanciato sulla sua pagina Facebook. 

https://www.facebook.com/SenatorePillon/posts/2297271400548444

Giorgia Meloni aveva chiesto a nome di Fratelli d'Italia di «bloccare immediatamente l'International Cannabis Expo», «Bisogna fermare subito questa manifestazione e bloccare questa ignobile propaganda della droga libera», condannando i manifesti del festival dove appare la scritta «Io non sono una droga» sotto a una foglia di canapa. 

https://www.facebook.com/giorgiameloni.paginaufficiale/photos/a.343277597644/10157086568997645/?type=3&theater

Anche la sinistra aveva manifestato la sua disapprovazione riguardo il manifesto. Giuseppe Sala l'aveva definito «sbagliato, odioso e pericoloso perché un ragazzo giovane non distingue, vede una foglia di canapa, e può arrivare a pensare che la marijuana sia legale».

Secondo quanto riportato dalla pagina Facebook dell'evento, Alice Arienta, consigliera comunale dem a Milano, ha «segnalato alle autorità competenti, citiamo testualmente, "la pubblicità ingannevole che sta accompagnando l'evento"». «Ho fatto una comunicazione all'Agcom – l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – perché si tratta di un messaggio fuorviante: con questa iniziativa si vuole normalizzare il consumo di sostanze psicotrope», ha spiegato Arienta.

La fiera, giunta alla sua terza edizione, ha l'obiettivo «di sensibilizzare il pubblico sul delicato e sempre più attuale tema della cannabis, sotto tutti i punti di vista». «Il nostro messaggio è stato strumentalizzato», aveva commentato a Open Marco Russo, organizzatore e fondatore della manifestazione. «Quello a cui fanno riferimento è uno solo dei tanti messaggi che sono in giro per Milano e che spiegano attraverso altri claim che la cannabis può essere edilizia, terapeutica, combustibile, bioplastica, cosmetica».

Per Russo «si è andato a prendere solo quel claim senza collegare tutto il resto del messaggio. Temo si tratti di una strumentalizzazione in malafede. Per noi è diffamazione e anche censura e abbiamo dato mandato ai nostri legali per capire se ci sono gli estremi per procedere». L'organizzatore argomenta: «Certo, nel tempo questa manifestazione è sempre stata attaccata dalla destra. Ma siamo sempre stati appoggiati, anche dal sindaco Beppe Sala. Ora temo che si tratti di campagna elettorale».

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