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Superga, 70 anni dalla scomparsa del Grande Torino

Il 4 maggio del 1949, l'aereo in volo da Lisbona su cui viaggiava la squadra granata, assieme a degli accompagnatori, si schiantò sulla collina di Superga

«Solo il fato li vinse». Basterebbe questa frase per raccontare la storia di una squadra, una delle più forti della storia del calcio italiano: quella del Grande Torino. Come ogni 4 maggio, la città piemontese si ferma nel ricordo della strage di Superga, di quell’incidente che spazzò via un progetto, una generazione di invincibili. Ma oggi è un 4 maggio diverso: da quel tragico incidente sono passati ben 70 anni.  Settant’anni in cui nessuno ha dimenticato e la storia è stata mantenuta viva come dimostra l’omaggio della Mole, uno dei simboli di Torino, che per l’occasione si è illuminata di granata in memoria di quegli uomini imbattibili. Perché nell’Italia della Seconda guerra mondiale e dell’immediato dopo guerra la storia del Grande Torino era una di quelle che faceva sognare: “gli invincibili”, così erano chiamati gli uomini capitanati da Valentino Mazzola. Una squadra capace di dominare il campionato italiano portando a casa cinque scudetti consecutivi e una coppa Italia. Invincibili sul campo del Filadelfia, uno stadio che si era trasformato in un fortino inespugnabile: per 6 anni e 9 mesi nessuno riuscì a far piegare i granata dentro casa. Ma la storia del Torino è anche quella della nazionale italiana che l’11 maggio del 1947 schierò 10 granata su 11 nella sua formazione titolare, nel match vinto 3-2 contro l’Ungheria. 

La strage di Superga

La vicenda di Superga è nota. Di ritorno da un’amichevole disputata contro il Benfica, a Lisbona, per celebrare l’addio al calcio di Francisco Ferreira, l’aereo su cui volava tutta la squadra granata insieme ad alcuni accompagnatori si schianta sulla collina di Superga. Pochi secondi e in un attimo una delle squadre più forti al mondo scompare: da quella strage non si salvò nessuno. E allora la domenica successiva il club torinese decise di disputare le ultime quattro partite di campionato rimaste con la squadra giovanile. Lo scudetto era già stato vinto matematicamente la giornata precedente e in segno di rispetto le sue sfidanti fecero lo stesso: facendo entrare in campo i più giovani.

Il ricordo del calcio

«Onore ai caduti di Superga». Così titola lo striscione esposto dalla curva bianconera durante il derby del 3 maggio disputato all’Allianz Stadium tra Juventus e Torino. Una celebrazione da quei cugini sportivi che cancella in parte la vicenda dolorosa del febbraio 2014, quando in occasione di un altro derby alcuni ultras bianconeri mostrarono striscioni dal significato increscioso: «Quando volo penso al Toro», «Solo uno schianto». Dal 2015 la Fifa ha istituito il 4 maggio come la “giornata mondiale del gioco del calcio”, un omaggio a quel gruppo di invincibili impresso anche nella memoria di chi non li ha mai visti giocare perché, come scriveva Montanelli, «gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta».

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