Dietro le quinte di Casa Surace: «Il nostro set? La casa di una prozia» – L’intervista

Giovani – hanno tutti 30 anni circa – 2 milioni di fan, 400 milioni di visualizzazioni su Internet e una nonna superstar. Sono i (non più) coinquilini più famosi d’Italia

In principio erano in cinque, ma ora sono diventati dodici. Nella cinquina originaria c’erano: un ingegnere edile che costruiva scale – «praticamente tutta n’ata cos’ rispett’ a mo» – un commercialista, un regista, un attore, un consulente. «Eravamo come i Village People con la differenza che noi, però, balliamo meglio», precisano. Sono i ragazzi di Casa Surace – baldi giovani del Sud, tutti sulla trentina, che “escono video”, come recita il sito internet – attivi sul web dal 2015, e che con le loro clip da 400 milioni di visualizzazioni fanno impazzire il pubblico raccontando l’eterno campanilismo tra nord e sud Italia. Nel frattempo nel folto gruppo, originariamente composto da soli uomini – tra cui Simone Petrella, Daniele Pugliese, Alessio Strazzullo, Andrea di Maria, Daniele Pugliese, Luca Andresano -, si è anche aggiunta una donna, Renata Perongini, che in passato viveva a Milano «con il posto fisso in una multinazionale che si occupa di moda».


Come nasce Casa Surace?


«Nasciamo quattro anni fa. Eravamo coinquilini, e un giorno ci siamo detti: proviamo a pubblicare un video, vediamo che succede. La verità? Ci è andata bene, molto bene. Al debutto abbiamo registrato 11 milioni di visualizzazioni, e quand’è così chiaramente non puoi mica fermarti.

Il web ci ha dato un lavoro, anche se bisogna ammettere che all’inizio non capivamo quanto questo passatempo sarebbe potuto effettivamente diventare un vero lavoro per noi. Invece, eccoci qui. Da cinque che eravamo, nello staff siamo più che raddoppiati».

Cos’altro è cambiato?

«Non siamo più coinquilini, e per fortuna! Ma tanto è come lo fossimo, vista la quantità di tempo passata uno al fianco dell’altro. Era diventato impossibile vivere tutti insieme negli stessi spazi visto l’aumento numerico del cast. Per fare un esempio di come siamo messi: uno di noi è passato, un giorno, da questa casa dicendo mi fermo solo per oggi. So’ tre anni che sta con noi».

E che fine ha fatto la casa che condividevate da coinquilini?

«Non temete, esiste ancora. Tra l’altro è l’eredità di una vecchia prozia di uno di noi. È diventata il nostro ufficio-set: abbiamo ristrutturato alcuni ambienti per renderli uno studio televisivo. Invece il bagno, la cucina e il soggiorno sono rimasti quelli originali».

Come assoldate i nuovi membri del cast?

«Che domande: siamo del Sud, quindi li invitiamo a pranzo o al bar per un caffè. La maggior parte dei nuovi membri li conoscevamo già, anche solo per vie traverse, quindi in qualche modo sapevamo che con noi potevano funzionare. E infatti così è stato».

Come nasce un video?

«La prima fonte di ispirazione è la nostra community: abbiamo 2 milioni di fan e molti di loro ogni giorno ci scrivono messaggi per darci spunti, proporre temi da inserire nei nostri lavori. Quindi a loro va il nostro grazie perché sono davvero una fonte inesauribile di idee. Le scene che giriamo si basano su un canovaccio che puntualmente viene stravolto dall’improvvisazione. Il contenuto è stravolto anche dalle nostre esperienze personali, da quello che viviamo. A volte cerchiamo di veicolare messaggi sociali, anche se in apparenza quella clip può sembrare l’ennesima trovata goliardica».

Siete da “buona la prima”?

«In realtà no, quasi mai è un “buona la prima”, perché abbiamo l’abitudine di girare la stessa scena duecento volte. La cosa bella è che in ognuna delle scene girate c’è sempre un particolare che ci diverte, quindi alla fine abbiamo l’imbarazzo della scelta su cosa andare a pescare per il montaggio».

Sul vostro sito internet sono elencati gli sponsor con cui collaborate e ce ne sono parecchi.

«Sì, negli anni ne abbiamo collezionati. Se è vero che i contenuti sponsorizzati sono quelli che portano più introiti è anche vero che le nostre non sono marchette: non ci vedrete mai fare dei video come fossero spot pubblicitari per questo o quel prodotto. Le nostre sono solo collaborazioni, quindi lo sponsor nel video c’è ma non gli diamo modo di prendersi la scena. Certe cose vanno fatte con un po’ di etica».

Che rapporto avete con gli odiatori del web?

«Ne abbiamo pochi, ad esser sinceri. E quei pochi li lasciamo sfogare. A qualcuno abbiamo pure detto: beh, e vieni a mangiarti ‘na cosa a casa…»

Sul serio?

«Sul serio».

Parlatemi di nonna Rosetta…

«Nonna Rosetta l’avevamo presa in prestito solo per un video, o almeno, così doveva essere. Ci abbiamo preso gusto tanto che ormai possiamo azzardare la definizione di membro fisso del cast. E diventata una celebrità, anche più di noi…»

Cioè?

«Le persone arrivano a citofonarle a casa per chiederle autografi, foto. La fermano per strada, non la fanno camminare se prima non hanno scambiato qualche battuta con lei. La nonna è chiaro non sia abituata a questo genere di attenzioni. Un giorno ci ha detto: voi mi avete fatto finì di campà. Povera nonna».

Quanti video avete girato?

«Circa duecento».

Vi fermerete prima o poi?

«Mai!».

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