Rapporto Ue: Italia ultimo Paese per crescita con +0,1% nel 2019

Secondo le nuove previsioni economiche si conferma maglia nera dell’intera Unione Europea per stime di crescita, occupazione e investimenti. Lontana da Spagna, Francia e Regno Unito

La Commissione Europea taglia ancora la stima della crescita economica dell'Italia per quest'anno che, dallo 0,2% stimato nel febbraio scorso, passa allo 0,1% nel 2019. Il nostro Paese si conferma così maglia nera dell'intera Unione Europea, con un differenziale ampio sia rispetto all'area euro – la cui crescita nel 2019  è stimata nell'1,2% (dall'1,9% del 2018) – sia rispetto al penultimo Paese della moneta unica, la Germania, la cui crescita per quest'anno è stimata in un +0,5%.


 «La debolezza», frutto della «contrazione» dello scorso semestre, «lascerà il passo a una tenue ripresa», scrive Bruxelles. I consumi dovrebbero essere aiutati dal reddito di cittadinanza, ma il «mercato del lavoro che si deteriora danneggerà la spesa dei consumatori che tenderanno a risparmiare». 


Il Pil dell'Ue, sia a 27 che a 28 Paesi membri, è stimato al +1,4% quest'anno. Resta irraggiungibile anche la Grecia, che dopo essere cresciuta dell'1,9% nel 2018 (contro lo 0,9% italiano), quest'anno è attesa al +2,2% (Atene è reduce però da un crollo del Pil maggiore di quello italiano e le due economie non sono paragonabili).

Tra i grandi Paesi dell'area euro, l'Italia resta lontana dalle stime della Spagna, che nel 2019 dovrebbe crescere del 2,1%, e anche dalla Francia (la cui crescita è stimata al +1,3%). Fuori dall'unione monetaria il Regno Unito, ancora alle prese con la Brexit e le relative incertezze che pesano sugli investimenti, è atteso in crescita dell'1,3%, dopo l'1,4% del 2018. 

Le stime Ue per il 2020

Secondo le stime della Commissione, l'Italia dovrebbe tornare a crescere dello 0,7% nel 2020, anno che avrà due giorni lavorativi in più, quando l'area euro è data al +1,5%, ossia più del doppio, come la stessa Germania. Per l'esecutivo Ue, nel nostro Paese «visti i segnali positivi che giungono dagli indicatori a breve termine, l'attività economica è destinata a riprendersi all'inizio del 2019, ma la fiducia dei consumatori e delle imprese, ancora debole, suggerisce che la crescita della produzione guadagnerà spinta solo più avanti nel corso dell'anno».

Agenzia Vista/Alexander Jakhnagiev

«Da settembre, quando il progetto preliminare italiano è stato presentato, le previsioni di crescita erano all'1,5 % annunciando un risultato spettacolare – afferma il commissario per gli Affari economici e monetari dell'Ue Pierre Moscovici -. Poi le previsioni di crescita sono state rivedute all'1% ed è su queste basi che abbiamo concluso l'accordo con il governo italiano. Poi sono brutalmente scese allo 0,2 per cento come previsione e allo 0,1 per cento adesso. Questo significa che – conclude Moscovici - non c'è recessione in Italia, ma che la crescita è molto molto contenuta».

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