Salone del Libro: vietato parlare del caso Altaforte e l’affluenza (per ora) cala

Sono in pochi a voler parlare della questione Altaforte-Casapound. I grandi editori hanno il divieto

Al Salone del Libro di Torino, che ha inaugurato oggi, 9 maggio, al Lingotto Fiere di Torino, tutti parlano di Altaforte – la casa editrice vicina a Casapound che alla fine ha perso il suo posto all’interno della manifestazione- e dello stand incriminato, ma nessuno ne vuole parlare davvero, almeno stando alle risposte che vengono date curiosando qui e là tra gli addetti agli stand e i visitatori. I pochi che decidono di rispondere alla domanda se sarebbe stato o meno un problema che Altaforte avesse uno stand in questa occasione, ti rispondono che sì, il problema ci sarebbe stato perché lì dentro «sono tutti antifascisti». La verità è che, però, solo a sfiorare l’argomento Altaforte-Casapound, si profila il gelo sul viso di chi è raggiunto da quella domanda.


I grandi editori dribblano con nonchalance la conversazione: Rizzoli, Mondadori, Sperling – tutti sotto il vigile controllo dello stesso capo della comunicazione – ci dicono che non sono autorizzati «nella maniera più assoluta a rilasciare interviste sull’argomento». Stessa storia anche per Feltrinelli, con un’eccezione. Il responsabile dello stand, Salvatore, ci chiede di non essere ripreso in video, ma poi rivela: «Non ho molto da dire sulla questione, se non che noi, a modo nostro, abbiamo cercato di manifestare la contentezza per il fatto che Altaforte sia fuori dai giochi», dice: «Abbiamo allestito e abbiamo lavorato per le prime ore con il fazzoletto dell’Anpi legato al collo. Ma non fatemi dire di più, perché siamo stati invitati a non parlare di questo». 


A inibire l’atmosfera che si pensava dovesse essere molto frizzante, c’è poi l’affluenza che, a differenza degli scorsi anni, pare essere diminuita- anche se i visitatori confermano che stamattina, all’apertura dei cancelli, la folla era oceanica. Interi corridoi del salone semi vuoti, code poco affollate per la maggior parte degli eventi.

Solo l’attore Fabrizio Gifuni fa il pienone, con una coda di una trentina di metri fuori dalla sala. Anche i ragazzi dei punti ristoro confermano: «Sì, rispetto all’anno scorso, per esempio, a colpo d’occhio si vede che il traffico è diminuito. Nonostante questo non possiamo lamentarci, stiamo lavorando abbastanza». Fuori dall’edificio, nessuno in coda; la serpentina fatta di transenne prima di accedere alle biglietterie, alle 18 è praticamente deserta. Ma è giovedì, siamo solo al primo round.